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  • Violamania:| La risposta sbagliata

    Violamania:| La risposta sbagliata

    Ogni volta che ti vengono dei dubbi sul futuro della Fiorentina, cerchi in campo quel giocatore con la maglia numero 8: lo vedi correre, toccare il pallone, scaraventarlo in porta in maniera sublime, come è successo ieri nell'1-0 contro il Siena, e tutti i pensieri negativi vengono spazzati via. Stevan Jovetic è il ragazzo che permette al tifoso viola di sognare ancora, perché fin quando lui veste quella maglia con il giglio, e si permette di dire che crede nel futuro di questa squadra, viene voglia di credergli, anche se la realtà intorno ti farebbe dire tutto il contrario. E' lui la Fiorentina oggi: non poco, ma neanche tanto, visto che lui c'era anche due anni fa, ma intorno al ragazzo di Pogdorica si è fatto fatica a costruire un nuovo progetto, una nuova idea di calcio, dopo il ciclo costruito negli anni d'oro della Champions League. Ti accorgi quanto manca Jo-jo quando non c'è, ed è forse l'ultimo vero giocatore per cui vale la pena andare allo stadio e seguire la squadra di Delio Rossi, che con i tre punti conquistati ieri contro il Siena, in uno scontro che vista la classifica era per la salvezza, è più tranquilla, anche se in piena fase di convalescenza.

    Una Fiorentina che si è giovata del gol della sua stella più luminosa, a cui finalmente si è affiancato, dopo quasi un mese di assenza, un vero centravanti, che ha fatto vedere buone cose, anche se non ha le caratteristiche del giocatore che voleva Delio Rossi. Certamente per giudicare Amauri occorrerà aspettare almeno un mese, quando le motivazioni forse verranno meno e nelle gambe si inizierà a sentire un po' di mancanza di ritmo partita. Nel frattempo Rossi, dal suo arrivo, ha costruito un inizio di progetto tattico: undici uomini più compatti, con voglia di soffrire e di pensare da squadra. Un qualcosa che si era perso da troppo tempo. Ora gli serve un uomo che faccia da collante, un centrocampista che sappia unire le due fasi, e la pazienza del lavoro, anche se già fra 48 ore bisognerà tornare in campo, contro una delle formazioni che stanno meglio, il Bologna, alla ricerca di quella continuità che è del tutto mancata alla Fiorentina. Perché è proprio la continuità che serve a dare quella spinta in più necessaria a Gamberini e ai suoi compagni per crescere in personalità e determinazione.

    Nel frattempo ieri, giornata in cui dalla società ci si attendeva una risposta ufficiale nella settimana in cui il 'bomber di Palazzo Vecchio' (alias Matteo Renzi) ha ufficialmente messo nelle carte comunali il progetto per il nuovo stadio, la dirigenza viola ha di nuovo sbagliato tempi e modi, lasciando la prima fila della tribuna autorità vuota per protesta verso la città e i tifosi. La risposta peggiore, nei giorni decisivi. Se è ineccepibile condannare le riprovevoli offese alla famiglia Della Valle arrivate dopo Fiorentina-Lecce, va detto anche che Firenze ha dimostrato fin troppa pazienza verso una proprietà assente fisicamente - anche se le telefonate di Diego Della Valle a Delio Rossi sono un bel segnale - e una dirigenza dimostratasi altamente inadeguata. I segnali di questa rottura erano già presenti la scorsa estate, ma qualcuno li ha sottovalutati. Il fatto che i proprietari della Fiorentina, dopo dieci anni di possesso delle quote di maggioranza del club viola, non abbiano capito che senza segnali chiari - e non vacui patti - e un dialogo serio Firenze non può rispondere positivamente, non può che portare a guardare negativamente al futuro, a prescindere da ciò che accade sul campo e sul mercato.

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