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  • Violamania: nati a Napoli

    Violamania: nati a Napoli

    Sostiene lo scrittore e sceneggiatore Ennio Flaiano, parafrasato anche da Leonardo Pieraccioni nel finale del film 'I laureati' che: 'I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto...il resto fa volume'. Ebbene il calcio è una metafora delle nostre esistenze e nella carriera di un calciatore così come quella di un tecnico, di un arbitro e di un tifoso, le partite realmente importanti ed incancellabili si possono contare sulle dita di una mano. Il pensiero di un supporters di una squadra va inevitabilmente alla gioia per una vittoria decisiva, quella di un calciatore ad un match dove ha alzato un trofeo o messo a segno un gol incredibile mentre per un tecnico la riflessione è diversa. Infatti ci sono sfide che, anche se perse, possono permettere ad un gestore di una rosa, sia essa di calcio, basket o qualsiasi altro sport, di raccogliere piu' informazioni che durante una striscia di risultati utili consecutivi. Ecco quindi che se parlate con un membro dello staff tecnico di Vincenzo Montella, il due a uno subito a Napoli il 2 settembre di un anno fa, vi viene indicata come la partita che ha fatto nascere la Fiorentina che da un anno e mezzo quasi è tornata ad essere al vertice della serie A, in lotta con le big dalle possibilità economiche infinitamente maggiori, che ha dispensato calcio divertente e da imitazione, e fatto emergere individualità che sembravano perse, sconosciute o sottovalutate.

    Pensateci bene: in quella sconfitta al 'S.Paolo' anche il piu' pessimista dei tifosi viola capi' che stava partendo un progetto tecnico completamente diverso da quello sgangherato, confuso e senza costrutto che aveva caratterizzato la società gigliata nei due anni precedenti. Ancora oggi il parametro di quella battuta d'arresto serve per far capire che la Fiorentina se la può giocare con tutti e che poi sono anche e soprattutto gli episodi a determinare il risultato finale. In quella serata di fine estate 2012 Montella ed i suoi uomini capirono che Viviano, il portiere tifoso, non poteva essere il baluardo difensivo su cui costruire la fase difensiva progettata, con errori troppi gravi per essere casuali commessi dal fiesolano oggi all'Arsenal,  che Tomovic era l'acquisto 'last minute' migliore degli ultimi anni in casa viola, visto che il serbo ricopri' la fascia sinistra della difesa a tre, esaltandosi per duttilità e carattere, che Cuadrado era il prototipo dell'ala moderna, non ancora capace di segnare come fa oggi, ma sicuramente devastante ed intelligente al punto giusto per giustificare i cinque milioni di prezzo di riscatto della sua meta'del cartellino, che Ljajic non era quello della 'scazzottata' con Delio Rossi ma quell'attaccante duttile che oggi fa la fortuna della Roma capolista. Ma c'è di piu': da quella serata il processo di analisi tattica dei dati dei primi tempi viola, utili ad esaltare la Fiorentina nella ripresa, fu accelerato, tanto che oggi quando qualcuno entra dalla panchina gigliata, quasi sempre fa la differenza piu' e meglio di chi è partito titolare.

    Il primo tifoso, come ama autodefinirsi Diego Della Valle, stanco e deluso da due campionati in cui a fronte di ricchi stipendi pagati, era rimasto con un pugno di mosche, respinto anche dai tifosi che piu' lo avevano difeso nelle sue scelte societarie post Cesare Prandelli, e soprattutto ancora fortemente ferito per la scelta proprio dell'ex c.t. di 'offrirsi' alla Juventus, dal divano di casa sua a Casette d'Ete, capi' che da quel Napoli-Fiorentina stava partendo una nuova fase di rilancio. E chissa' che proprio mercoledì sera, mister Tod's non decida nuovamente di sedersi in tribuna autorità al 'Franchi', ora che ci ha preso gusto ad essere vicino, anche fisicamente, alla squadra che gli sta entrando nel cuore, quasi quanto al fratello ultras Andrea. Una Fiorentina che torna ad incrociarsi con il club partenopeo, a caccia di conferme della sua seconda vita calcistica, quella piu' difficile, della consacrazione e non piu' della sorpresa. Oggi Pasqual e compagni chiedono ai 90' contro la formazione di Benitez, con quest'ultimo che riporta ai magici fasti delle notti di Champions, e al doppio successo contro il Liverpool, la carta d'identita' di squadra matura, maggiorenne nella mentalità, che può affrontare anche una corazzata, come quella degli azzurri, al termine di un tour de force di quattro gare in dodici giorni, senza i propri difensore ed attaccante migliore (Gonzalo Rodriguez e Mario Gomez), con il cervello della squadra appannato (Pizarro) ed lo 'spaccapartite' dai ginocchi e caviglie in piena fase di instabilità fisica (Cuadrado). Se la Fiorentina superera' indenne l'ostacolo Napoli, potra' acquisire il visto per un'altra stagione da protagonista, in un match dalle forti sensazioni, che sarebbe bello, comunque vada a finire, fosse da annoverare fra gli indimenticabili nella vita di tecnico, giocatori e tifosi viola. 

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