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    Violamania: sì Fiorentina, 6 spumeggiante!

    Violamania: sì Fiorentina, 6 spumeggiante!

    • Giacomo Brunetti
    C'era un modo migliore per partire? No, senza ombra di dubbio. Dobbiamo far tesoro di questo inizio roboante, nel risultato e nell'inaspettata vena realizzativa che ha caratterizzato il tabellino contro il Chievo. Niente proclami, bensì godersi il momento e trarre gli spunti. Anche quelli negativi, per continuare su questa strada senza errori o sopravvalutarsi. La perla di Milenkovic ha aperto la strada, una doccia fredda che non ha annichilito gli avversari, al contrario del sigillo di Gerson a tre minuti dalla fine del primo tempo.

    La chiave della vittoria è stata il centrocampo. Il Chievo è imploso, Edimilson e lo stesso Gerson hanno ammazzato il reparto, prendendone possesso. Le due rivelazioni sono sicuramente loro: specialmente il primo, titolari senza essere auspicato alla vigilia. Cambi di gioco, strappi e inserimenti: verticalizzazioni per gli attaccanti, tentativi di trovare gli spazi. Pioli ha dovuto fare a meno di Veretout, un altro che garantisce potenza e dinamismo. Ha saputo sopperire in grande stile senza tremore.

    Capitolo a parte per Benassi. Incide sempre "quanto basta", poi sfodera prestazioni d'alto livello davanti al portiere. L'uomo in più, senza quella discontinuità che troppo spesso lo contraddistingue. Riparte da una doppietta, sperando che esca da quel limbo per caratterizzarsi e darsi un contorno tecnico e tattico.

    Gli occhi erano fissi sul 'Franchi': da Diego Simeone fino a Milan Badelj, passando da Cesare Prandelli. E non solo, c'era anche Passarella. Il manto erboso ha garantito luce negli occhi a tutti. Anche 'Gio' è riuscito a far sorridere il padre, in extremis, dopo che Seculin aveva fermato solamente lui nell'arco della partita.

    Chiosa per Tomovic. La partita lascia il tempo che trova, gli spunti sono molto positivi e l'unica pecca è relativa a Lafont. Crocifiggerlo dopo il buon pre-campionato, senza errori incisivi, sarebbe sbagliato. Quindi applausi per Nenad, che segna nello stadio che lo ha più amato e altrettanto odiato. Alza le mani al cielo, indica il numero tredici con le dita dedicando ad Astori.

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