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  • Violamania:| Un fenomeno chiamato Macia

    Violamania:| Un fenomeno chiamato Macia

    Ad essere onesti bisogna riconoscere che il suo arrivo a Firenze è stato determinato dalla forte volontà dell'ex d.s. viola Pantaleo Corvino, ma guardando alle qualità tecniche e umane del direttore tecnico gigliato Eduardo Macia non si riesce proprio a capire come un tipo mite e umile come lui possa aver stabilito un legame così solido con l'uomo di Vernole. Tanto era diventato presuntuoso, permaloso e arrogante il Corvino di Firenze, specie negli anni in cui era stato 'abbandonato' dalla proprietà viola (in coincidenza anche con la frattura fra la famiglia Della Valle e gli apparati amministrativi di Firenze), tanta è la classe nel mondo di porsi e di agire nelle trattative di Eduardo Macia. Fra i tifosi viola già da qualche settimana è partita la gara a stabilire il miglior colpo realizzato dalla Fiorentina nell'ultima campagna acquisti: Pizarro a costo zero? Borja Valero e Gonzalo Rodriguez per otto milioni? Roncaglia svincolato? O la permanenza di Stevan Jovetic? Secondo me, dopo due anni di giocatori pessimi, in quanto a rendimento ed a comportamento, gli applausi maggiori vanno spesi proprio per il d.s. viola Daniele Pradè ed il suo braccio destro Eduardo Macia, primo collaboratore per le trattative estere.

    Quest'ultimo si è autodefinito 'l'uomo ombra', perché non ama apparire, rilasciare interviste, prendersi i meriti quando le cose, come in questo momento, vanno bene. Peccato che alcuni giorni fa si sia lasciato prendere da una inevitabile botta di entusiasmo ed abbia rilasciato le sue prime dichiarazioni in esclusiva ad un quotidiano fiorentino, a poco più di un anno dal suo arrivo all'ombra del Duomo del Brunelleschi. Niente di male, ci mancherebbe, ma Macia dovrebbe imparare che, più che da altre parti, la stampa viola prima ti ama e poi ti butta giù alle prime difficoltà. La Fiorentina scegliendo Macia ha dimostrato che si può prendere uno straniero non solo per rinforzare il proprio parco giocatori. E il feeling che si è creato a pelle con il duo Pradè-Montella, fa di Macia il vero 'fenomeno' di casa gigliata. 

    Pare che anche l'azionista di maggioranza Diego Della Valle si sia lasciato 'stregare' da questo dirigente spagnolo tanto lavoro e poche parole, e che sia proprio Macia, oltre al presidente esecutivo Mario Cognigni (che ieri è inopportunamente tornato a rilasciare dichiarazioni inutili, come già accaduto nel recente passato), il primo referente del quartier generale di Castette d'Ete, con buona pace degli amministratori delegati, tornati a fare i semplici uomini di numeri. In tempi in cui un po' ovunque si criticano le proprietà e i rispettivi dirigenti, dopo lungo tempo in riva all'Arno ci si gode invece questa bella boccata d'aria fresca proveniente dall’Europa: la Fiorentina si dimostra innovatrice in quanto a organigrammi societari. Eduardo Macia non può giocare, ma indubbiamente ha dimostrato di saper scegliere e lavorare con grande professionalità, e il merito di questo bel momento è anche e soprattutto suo, nonché - va ripetuto - di chi lo ha voluto fortemente portare a Firenze poco più di un anno fa.

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