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  • Violamania:| Una pura formalità

    Violamania:| Una pura formalità

    • Luca Cellini

    Fino a quando i fratelli Della Valle saranno proprietari della Fiorentina, il direttore sportivo della società gigliata sarà Pantaleo Corvino. Quindi, pur avendo il contratto in scadenza a giugno 2011, l'uomo di Vernole ha il futuro assicurato sotto l'ombra della cupola del Duomo perché, per un club che - specialmente nell'ultimo periodo - ha impostato le proprie strategie sull'autofinanziamento e non disdegna gli utili, Corvino è l'uomo perfetto. Proprio l'ex uomo mercato del Lecce recentemente si è vantato dei 'suoi' 33 milioni di plusvalenze che risultano dall'ultimo bilancio della Fiorentina, e quindi il suo rinnovo contrattuale appare, sulla carta, una pura formalità.

    Nel calcio le plusvalenze sono certo gradite, ma per giudicare la bontà del lavoro di un direttore sportivo bisogna valutare anche i risultati che ha conseguito nel recente passato e nel presente, e soprattutto le operazioni che ha portato a termine. Premettendo che Corvino fa con quello che gli viene messo a disposizione dalla società, e con le linee che gli arrivano dai fratelli Della Valle - più Diego che Andrea, pur se il fratello maggiore che ha finto di defilarsi -, nelle ultime due sessioni di calciomercato il d.s. gigliato si è trovato a gestire in uscita circa 35 milioni di euro. Tralasciando il fatto che Corvino niente ha fatto per impedire la frattura, che ancora il mondo viola paga, fra il dimissionario patron gigliato e Cesare Prandelli, il bilancio del suo lavoro nel medio-breve periodo è altamente insufficiente.

    Il direttore sportivo gigliato, che ama circondarsi di giornalisti compiacenti e di procuratori che fanno della scarsa limpidezza il loro modus operandi, fin dal gennaio di quest'anno ha acquistato giocatori rivelatisi inutili, che magari riuscirà a rivendere a prezzo maggiore rispetto a quello per cui li ha comprati. Bolatti, Keirrison, Felipe e Ljajic, presi nel momento di massimo splendore della Fiorentina, quando era impegnata su tutti i fronti, si sono dimostrati inutili, ed il tutto è diventato delittuoso se unito a delle cessioni, quella di Dainelli ma anche di Jorgensen, che hanno tolto personalità allo spogliatoio. La scorsa estate Corvino ha completato l'opera prendendo giocatori in ruoli già coperti: acquisti assolutamente inspiegabili, come quel Cerci, del solito procuratore 'amico', acquistato a quattro milioni di euro a dodici mesi dalla scadenza del suo contratto.

    Il fallimento della Fiorentina di oggi è anche colpa sua, soprattutto alla luce di quella cantilena instancabile che il d.s. viola ama ripetere sui successi del passato, e quella dichiarazione, resa alla vigilia della prima di campionato, sul torneo 'pericoloso' che attendeva la squadra guidata quest'anno da Mihajlovic. Premesso che era facilmente intuibile come la scelta del serbo si sarebbe rivelata fallimentare, visto che si è passati da un 'maestro di calcio' ad un allenatore quasi del tutto inesperto, di chi è la responsabilità se le falle nella rosa viola che c'erano anche l'anno scorso - dal terzino sinistro, al vice Gilardino, passando per gli interni di centrocampo - non sono state colmate?

    Ricordo che sorrise beffardo quando lesse il mio articolo sull'inutilità della serata chiamata 'Pantaleo Corvino show' della scorsa estate. Le mie preoccupazioni di quella sera di luglio, in cui venivo tacciato di disfattismo, sono rimaste le stesse, e non mi convince per niente la strategia di rinnovare il contratto ad un direttore sportivo solo per i suoi meriti in termini di plusvalenza, e non solo per la bontà del suo lavoro. Caro Pantaleo, mi piacerebbe tu fossi più umile, e soprattutto oggi tu chiedessi scusa per i tanti, troppi errori che hai commesso peccando di presunzione.

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