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  • VivoPerLei, Herr Doktor: "Juve-Europa, io sono ottimista. E vi spiego perché"

    VivoPerLei, Herr Doktor: "Juve-Europa, io sono ottimista. E vi spiego perché"

    da VivoPerLei
    Davide Petiva (aka 'Herr Doktor') scrive:

    Scrivere a mente fredda è la cosa più difficile, sia dopo una gioia sia dopo una delusione. Infatti non scriverò della partita di ieri sera nello specifico, ma allargherò il discorso ai risultati della Juve in Europa nell'ultimo ventennio, così da avere una visione complessiva del fenomeno.
    Già, Juve-Europa. Mi verrebbe da dire un amore mai sbocciato del tutto. Una scalata dell'Everest terminata a pochi metri dalla cima. Un traguardo spesso appetito e (troppo) spesso svanito sul più bello. Ma io non la vedo così. Io sono OTTIMISTA. Sì, avete capito bene: sono pieno di ottimismo dopo una sconfitta cocente. E sapete perché? Ve lo spiego qui sotto.

    Una delle cose che ho imparato frequentando l'università è a "periodizzare", cioè a dividere in periodi un determinato avvenimento storico protratto lungo un tempo sufficientemente ampio. E' un espediente che serve a capire delle cose che magari non sono immediatamente chiare. Qui sotto riporto i piazzamenti della Juve dalla stagione 1994-95 (cioè quando arrivò Lippi) ad oggi in Europa, e poi andremo ad analizzare:

    1994-95: finalista Coppa Uefa (CU)
    1995-96: campione Champions League (CL)
    1996-97: finalista CL
    1997-98: finalista CL
    1998-99: semifinalista CL
    1999-2000: ottavi CU
    2000-01: fase a gironi CL
    2001-02: fase a gironi CL
    2002-03: finalista CL
    2003-04: ottavi CL
    2004-05: quarti CL
    2005-06: quarti CL
    2006-07: /
    2007-08: /
    2008-09: ottavi CL
    2009-10: fase a gironi CL / ottavi Europa League (EL)
    2010-11: fase a gironi EL
    2011-12: /
    2012-13: quarti CL
    2013-14: fase a gironi CL / semifinalista EL
    2014-15: finalista CL
    2015-16: ottavi CL

    La periodizzazione, sia chiaro fin da subito, è una scelta di chi la opera. E' opinabile, parziale e incompleta. Ma va svolta seguendo determinati criteri che aiutino lo studioso a capirne di più riguardo a una data epoca storica. 
    Uno dei criteri fondamentali sono le "cesure", ovvero delle date particolarmente importanti che segnano la fine di un periodo e l'inizio di quello seguente. La cesura è sempre all'insegna della discontinuità (sennò non sarebbe una cesura...). Un'altra regola è che "una rondine non fa primavera": ci possono essere alcuni avvenimenti che richiamano in qualche modo l'epoca precedente o quella successiva, ma ciò non è sufficiente a stabilire una continuità tra epoche differenti. Una rondine non fa primavera vale sia per i successi che per i fallimenti. Infine, lungo un periodo è importante stabilire una sorta di "media" per dare una valutazione qualitativa dell'intera epoca presa in esame.

    Benché i risultati siano altalenanti, io ho diviso gli ultimi 20 anni in 4 periodi: 1995-99; 1999-2006; 2006-11; 2011-in corso.

    Iniziamo dal primo: 1995-99. E' stato forse il periodo più...CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE

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    Luca Borioni risponde: 

    Il lavoro di Davide Petiva merita un plauso sincero, perché il suo approccio metodico rivela realtà oggettive. In particolare - a mio parere - ne emerge una, tra le altre: il periodo in cui la Juventus avrebbe realmente potuto conquistarsi una solida reputazione europea (dal '99 al 2006) è stato invece il periodo più deludente, nonostante la citata finale di Manchester con il Milan e nonostante i contemporanei successi in campionato. 

    Ricordo in particolare il pessimo rendimento nelle coppe della potentissima Juve di Capello (e di Ibra, per citare uno dei big). 

    Questo fondamentalmente perché quella squadra (con quella società) era ripiegata sulle questioni del campionato, sulle mille pressioni e le aspre polemiche che poi sfociarono in calciopoli. In Europa si notava questa discrepanza. L'organico era pensato per lo scudetto, misurato su quell'obiettivo e non per le ambizioni europee che avrebbero richiesto maggiori investimenti e una rosa più ampia.

    L'ultima Juve invece, estromessa dalla Champions dopo l'amara trasferta bavarese, ha dimostrato - sulla base anche della finale della scorsa stagione - di aver raggiunto una dimensione finalmente omologa a quelle delle più grandi squadre del continente. Prova ne sia la sensazione (credo condivisibile) che si ha oggi di una squadra perfino più compatta e più completa quest'anno di quanto non lo fosse una stagione fa, quando con i Pirlo, i Tevez e i Vidal arrivò comunque a Berlino. 

    Non è un paradosso, è il segnale di una crescita che continua e che nella prossima stagione potrebbe arrivare al culmine. 
    Condivido quindi - si è capito? - l'ottimismo di Herr Doktor.
    E voi? Cosa ne pensate? Fatemelo sapere su VIVOPERLEI.calciomercato.com 

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