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  • Zazzaroni: ma l'Ibra juventino è Pirlo

    Zazzaroni: ma l'Ibra juventino è Pirlo

    Dopo Firenze, ho sentito anche (e soprattutto) questa: Vucinic è per la Juve ciò che Ibrahimovic è per il Milan.

    Una sciocchezza. Non sono capace di rispettare le opinioni di tutti. Del resto, tante persone non rispettano la mia: perché – dunque – dovrei cavalcare questa curiosa forma di ipocrisia giornalistica? Il confronto tecnico-tattico tra i due “ic” non ha alcuna ragione d’essere. Perché Ibra è una cosa, tanta roba, talvolta tutto, mentre Vucinic è un eccellente attaccante, tra i più difficili da marcare, se in giornata (ho raccolto le confidenze di alcuni difensori), ma non ha la completezza e l’incidenza su gioco e risultati dello svedese.

    Zlatan ha ‘costretto’ Allegri a rinunciare a Pirlo per un mediano aggiunto di maggiore copertura e a preferire spesso gli incursori (Boateng, Nocerino, Emanuelson, Muntari, Merkel) ai palleggiatori (Aquilani Seedorf) ; Zlatan è il punto di riferimento, l’uomo assist, il consumatore finale (20 gol in campionato, a oggi); Vucinic è invece una seconda punta naturale in grado di fare la prima e anche l’esterno, ma con minore profitto. Inoltre non ha il pregio della costanza di rendimento; trovo azzeccata una definizione data da Boniek: “Vucinic un giocatore da Dio: nel senso che solo Dio sa quando c’è e quando no”.

    L’Ibra della Juve gioca venti metri più indietro rispetto all’originale e si chiama Pirlo: Pirlo è il centro di gravità, l’origine della manvora, il rifugio, la figura che condiziona ogni movimento della squadra di Conte.

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