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  • Zazzaroni: vivi l'Italia

    Zazzaroni: vivi l'Italia

    Siamo (per ora) tra i primi otto d’Europa e – fatti due conti – tra i primi undici del mondo, se consideriamo Argentina, Brasile e Uruguay. Due anni fa, in Sudafrica, eravamo trentunesimi. Abbiamo ottenuto questo piazzamento (provvisorio?) nonostante un movimento in crisi qualità, pubblico, programmi e onestà, un commissario tecnico “debuttante” in una fase finale entrato in parziale confusione, due adattati (De Rossi e Giaccherini), due esterni bassi di secondo livello (Abate e Balzaretti), un centrocampista tra i più lenti del pianeta (Motta) e un paio di sregolati (Cassano e Balotelli), più uno (Diamanti). I nostri picchi si chiamano Buffon, Pirlo, De Rossi e Marchisio.

    Abbiamo sofferto con la Spagna, penato con la Croazia e anche con la povera Irlanda non ci siamo fatti mancare nulla.

    Ma siamo ancora vivi.

    Gli ultimi giorni li abbiamo passati inventando formazioni e disegni, cambiando più volte idea (“i ragazzi vogliono continuare con De Rossi centrale difensivo nei tre”), tormentandoci per Motta.

    Ma siamo ancora vivi.

    Ci siamo lasciati dietro l’Olanda di Van Persie, Robben, Sneijder e Van der Vaart e la Russia di Dzagoev, Arshavin, Kerkhazov (e Putin).

    E siamo vivi.

    Non abbiamo seguito fisicamente la squadra in Polonia e in Ucraina accontentandoci della tv.

    Ma siamo italiani.

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