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  • Real Madrid, Zidane come Ancelotti

    Real Madrid, Zidane come Ancelotti

    • Andrea Distaso
    E se alla fine Zinedine Zidane fosse davvero un grande allenatore? Sono tanti i dubbi che hanno accompagnato la decisione del presidente del Real Madrid Florentino Perez di allontanare lo scorso gennaio Rafa Benitez per promuovere dal Castilla l'ex campione francese alla guida della prima squadra. Poca esperienza, tolta appunto l'ultima stagione e mezza nel settore giovanile e l'annata da vice di Carlo Ancelotti nella stagione della decima Champions League, e poca personalità per gestire così tante stelle, si diceva e si scriveva.

    COME ANCELOTTI - Il Real Madrid che il prossimo 28 maggio sarà protagonista del secondo derby madrileno con l'Atletico, questa volta a San Siro, è una delle versioni meno spettacolari e convincenti di una squadra che ha scritto la storia in questa competizione e si è sempre contraddistinto per uno stile inconfondibile, quello legato ai fuoriclasse e all'estetica legata al risultato. I blancos sono oggi un insieme di individualità, lasciati liberi di esprimere a sprazzi il loro talento e di decidere la partita in qualsiasi momento. Poco spazio alla tattica quindi e più ad una gestione degli uomini che ha fatto breccia nello spogliatoio, esasperato dall'intransigenza tecnica e comportamentale di Benitez. Uno Zidane "alla Ancelotti", che in appena 5 mesi non poteva certo pensare di imporre una filosofia di gioco alla sua prima vera esperienza alla guida di un club del calibro del Real e che ha dunque optato per affidare le chiavi della squadra agli storici senatori Pepe, Ramos e Cristiano Ronaldo.

    CASEMIRO E BALE
    - Eppure, la mano di Zizou su questo Real Madrid c'è tutta, basti pensare al gruppo assolutamente privo di equilibrio che ha faticato tantissimo nella doppia sfida con la Roma e nell'andata del quarto di finale col Wolfsburg, clamorosamente diverso rispetto a quello che, pur senza brillare, si è conquistato l'accesso alla quattordicesima finale della sua storia. Ha rinunciato a due giocatori di enorme qualità e invidiati in mezza Europa come Isco e James per puntare sulla solidità di un equilibratore come Casemiro, ha dovuto fare a meno per acciacchi vari di Benzema, Bale e si è trovato nel momento clou della stagione con un Cristiano Ronaldo non al meglio. Soprattutto è riuscito a ritagliare un ruolo da protagonista al gallese, rendendolo più incisivo e determinante nel corso della partita e meno succube al cospetto di un personaggio come Cristiano. E' un altro Real Madrid e, se Zidane riuscirà a diventare il primo allenatore in grado di vincere la Champions League (da quando, nel 1993, la competizione ha cambiato denominazione e formato) dopo averlo fatto da calciatore, non sarà solo frutto del caso.

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