Calciomercato.com

  • Beretta sulla Champions:| 'Brava Juve, forza Milan'

    Beretta sulla Champions:| 'Brava Juve, forza Milan'

    Il presidente della Lega Serie A, Maurizio Beretta è intervenuto oggi negli studi di Sky Sport24.

    Sulla qualificazione della Juventus ai quarti di Champions League.
    "Questo risultato della Juventus così importante, così netto, riempie - io credo - tutto il calcio italiano di orgoglio. Ho visto un titolo molto bello, “siamo nel G8 d’Europa”, e dobbiamo tutti augurarci che il cammino prosegua. Aspettiamo il ritorno del Milan che ha già fatto una straordinaria impresa a San Siro. Io direi che questo calcio italiano che, come forse troppo spesso viene sottolineato, ha certamente anche i suoi problemi, sta dimostrando di avere una vitalità molto importante in Champions e anche nella Europa League".

    Anche l’Europa League è diventata per le italiane un obiettivo importante.

    "È un ottimo segnale per le società coinvolte e per il calcio italiano. È anche il risultato di due azioni abbastanza convergenti: quello di far crescere il tono e l’importanza della competizione da parte della Uefa e di un’attività che ha fatto la Lega, quella di introdurre degli incentivi legati alla capacità di progredire in questa competizione, che rappresenta un meccanismo per accompagnare le squadre che sono impegnate in Europa League".

    I club italiani stanno iniziando a puntare sui giovani: è un buon segnale?
    "Non c’è dubbio. Io credo che sempre di più le squadre e le società italiane investono su quello che è il loro presente ma anche il loro futuro. Investire nei giovani è l’investimento probabilmente a miglior ritorno. Noi constatiamo il fatto che cominciano a essere visibili dei risultati molto importanti. Dobbiamo anche aiutare questo processo con dei meccanismi tecnici e regolamentari più favorevoli. Penso ad esempio a un lavoro che abbiamo iniziato in collaborazione con la Federazione per armonizzare le regole del mercato tra le regole interne italiane e quelle europee: oggi è più facile andare a comprare giocatori all’estero che dalle serie minori in Italia. Dobbiamo superare questa differenza, questa penalizzazione e questo è anche un meccanismo che può indirettamente, ma in maniera significativa, aiutare la crescita dei nostri talenti e dei nostri giovani".

    C’è un modello di calcio all’estero da cui vorrebbe attingere per migliorare il nostro sistema calcio?

    "È chiaro che noi abbiamo un punto di riferimento assoluto per capacità di generare ricavi, soprattutto sui mercati internazionale, che è il calcio inglese che è un calcio leader in paesi extraeuropei, penso all’Asia e non soltanto. Abbiamo un modello tedesco che è molto equilibrato e che ha consentito una crescita progressiva, veloce e molto solida. Mi permetto di sottolineare che entrambi questi modelli, così come il calcio spagnolo, hanno un elemento di forza che manca al calcio italiano, e sono stadi di nuova generazione di proprietà e gestiti direttamente dalle società di calcio. Questo continua e continuerà ad essere un impegno fortissimo della Lega, in stretta collaborazione con la Federcalcio e con il Coni, perché penso che arrivare anche in Italia ad avere questo punto di forza possa rappresentare il vero superamento dell’unica grande penalizzazione strutturale che oggi il calcio italiano ha rispetto a questi altri modelli".

    Avete già potuto affrontare questo tema con il neopresidente del Coni, Giovanni Malagò?

    "Sì, assolutamente sì. Io devo ringraziare il presidente Malagò che alcuni giorni dopo essere stato eletto è venuto a portare un po’ di riflessioni, oltre a dei saluti molto cordiali, all’Assemblea della Lega che era riunita a Milano. Questo è stato uno dei temi al centro del confronto e Malagò ci ha confermato che sarà un impegno che il Coni condividerà in maniera importante a fianco della Lega, e non solo della Lega, per poter arrivare a una nuova generazione di impianti sportivi, nel caso del calcio gestiti direttamente dalle società. Con la Federcalcio mi sembra che anche qui il punto di condivisione ormai è molto netto, molto deciso. Noi pensiamo che si debba, nei prossimi mesi, fare il massimo di quello che è nelle competenze, nelle prerogative delle istituzioni sportive per portare all’attenzione dei decisori un elemento che può far facilmente annullare l’unica vera penalizzazione, l’unica vera distorsione negativa che il calcio italiano ha nei confronti dei modelli più virtuosi, come quello tedesco o, per altri aspetti, anche quello inglese.

    Quali saranno i prossimi step per la questione dello stadio Is Arenas?

    "Lì evidentemente noi vorremmo che si arrivasse ad una situazione in cui, dentro il più assoluto rispetto delle regole che non può mai essere trascurato, si arrivasse ad una definizione positiva. Come forse sapete la Lega ha avuto nei giorni scorsi la disponibilità di un personaggio molto autorevole come il prefetto Achille Serra, che ha già iniziato a prestare la sua autorevole e importante collaborazione come responsabile di un settore che riguarda gli impianti, la sicurezza, le infrastrutture. Questa sua autorevolezza, la capacità tecnica, la competenza in questo settore penso che possa aiutare, ripeto nel rispetto assoluto e totale delle regole, a indirizzare positivamente tutta una serie di situazioni. Questo è il nostro auspicio".

    Malagò prima della sua elezione aveva lanciato lo slogan “Più sport per tutti”, visto che è partito il suo secondo mandato, qual è il suo slogan?

    "Onestamente non ne ho. Penso che “Più sport per tutti” sia un qualcosa che va bene anche per il calcio. Noi peraltro abbiamo fatto partire da qualche mese un programma al quale crediamo molto, “Il calcio è di chi lo ama”, che coinvolge centinaia e centinaia di oratori in tutto il paese, portando alcune delle squadre di questi ragazzi a giocare nei grandi stadi della Serie A. È un altro modo per avere sempre di più uno sport di tutti e per tutti ed è evidente che il calcio ha, da questo punto di vista, un ruolo e una funzione di traino importantissima. Se noi pensiamo che ogni fine settimana ci sono dieci milioni di cittadini italiani che seguono il grande calcio di Serie A, sappiamo che siamo di fronte a un fenomeno che ha veramente pochi eguali e quindi è un patrimonio straordinario su cui si può lavorare per fare leva in tante direzioni, compreso quello di portare la passione, l’amore e la condivisione dello sport negli ambiti più diversi".


    Altre Notizie