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  • Cagliarimania:| Sivakov non è più un mistero

    Cagliarimania:| Sivakov non è più un mistero

    • Marco Matta

    Le vacanze sono finite per Mikhail Sivakov da Minsk. Il sole e il mare si sa fanno bene alla salute; e Cagliari è una città privilegiata sotto l’aspetto climatico. Ma ora sembra finalmente che per il ventiduenne centrocampista bielorusso sia giunto il momento di mostrare le proprie qualità calcistiche. Sono finiti i tempi in cui si aggirava spaesato nella tribuna del Sant’Elia. Acquistato nel gennaio del 2009 dal Bate Borisov, squadra militante nella massima serie bielorussa, Sivakov assaporò per qualche minuto la serie A italiana l’8 novembre del 2009 (Cagliari-Sampdoria 2-0) quando il tecnico rossoblù Massimiliano Allegri lo fece entrare in campo al 47’ della ripresa. Neanche il tempo di toccare il pallone. Poi più niente. Dalla panchina alla tribuna e viceversa.

    I tifosi cagliaritani potevano vederlo all’opera solamente seguendo in televisione le partite dell’under21 bielorussa. Nel gennaio 2010 si presenta per lui l’occasione di andare a giocare in prestito in serie B. Sivakov prepara allora i bagagli e si trasferisce nella Pianura Padana, destinazione Piacenza. Nella serie cadetta ha l’occasione di giocare con più continuità e colleziona 15 presenze e 2 reti, contribuendo così alla salvezza della squadra. Rientrato in Sardegna, la nuova stagione non promette niente di buono. Il centrocampo rossoblù è affollato: a Conti, Biondini, Lazzari, Cossu e Nainggolan si aggiungono i nuovi acquisti Pinardi e Laner. Ma il biondo ragazzone (1 metro e 87 di altezza) aspetta con pazienza il suo turno. Capisce che il nuovo allenatore Pierpaolo Bisoli non ha preclusioni verso nessuno e tiene sulla corda tutti i giocatori della rosa.

    27 ottobre 2010.  Proprio contro il Piacenza, a quasi un anno dal suo esordio in maglia rossoblù, Sivakov gioca la prima partita da titolare con il Cagliari.  Novanta minuti nei quali Bisoli lo schiera in diversi ruoli: prima in cabina di regia davanti alla difesa, poi da interno destro, infine da trequartista. La squadra, pur priva di tanti titolari (ma nel Cagliari di Bisoli non si può parlare di titolari e riserve), vince 3 a 0. Sivakov non demerita, dimostra di saperci fare con il pallone, si fa notare per la precisione nei passaggi ed un’ottima visione di gioco. Probabilmente gli manca un pizzico di cattiveria agonistica che nel calcio italiano non guasta mai. Esame superato.

    31 ottobre 2010. 31’ minuto del secondo tempo. Il Cagliari è in vantaggio sul Bologna per 1 a 0. Gli ospiti spingono alla ricerca del pareggio. Bisoli richiama in panchina uno stremato Cossu e manda in campo il giovane bielorusso. Ma, a sorpresa, non lo schiera a ridosso delle punte, ma sposta Nainggolan avanti e fa giocare Sivakov in posizione più arretrata. Una decisione quantomeno azzardata, viste le caratteristiche dei due giocatori. Ma alla fine i fatti gli danno ragione. Il Cagliari raddoppia grazie ad un gran gol di Nainggolan e Sivakov dà una grossa mano ad arginare gli attacchi del Bologna e a rilanciare l’azione dei rossoblù. Da oggi il Cagliari può contare su un centrocampista in più: il ragazzo venuto dal freddo ha finalmente rotto il ghiaccio.

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