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  • Calenda| 'Vi svelo il colpo Adriano'

    Calenda| 'Vi svelo il colpo Adriano'

    Nelle vicende di mercato, spes­so gli uomini chiave sono quelli che lavo­rano nell’ombra. Adriano in giallorosso è stato voluto dalla dottoressa Sensi, con­cretizzato da Daniele Pradè, ma un ruo­lo decisivo lo ha avuto anche l’agente Fi­fa Roberto Calenda con un lavoro durato mesi

     Ora che l’Imperatore è arrivato a Trigoria, dimostrando una grande voglia di torna­re quello che è stato, cioè uno degli attaccanti più de­vastanti del mondo, ci sia­mo fatti raccontare qual­che dettaglio inedito su co­me è stato concretizzato il suo arrivo al­la Roma.


    Quando è cominciata la trattativa per Adriano?

    «Tanto tempo fa. Settembre 2009, ap­pena concluso il mercato estivo dello scorso anno».

    Come è nata?

    «E’ stata una mia iniziativa. Si sapeva che la Roma cercava una prima punta. Sono andato a Trigoria, ho parlato con la dirigenza e gli ho chiesto: lo volete Adria­no? Mi hanno risposto positivamente e lì è cominciato tutto».

    Adriano quando ha saputo che la Roma voleva riportarlo in Italia?

    «Nell’ottobre dello scorso anno. Si è su­bito dimostrato interessato».

    Interessato perché?

    «E’ sempre stato affascinato da Roma e dai suoi tifosi, lo avevano conquistato da avversario, gli piaceva l’idea di diventa­re un giocatore della Roma. Nel passato campionato ha seguito tutte le partite della squadra di Ranieri, affascinato dal gioco che lui diceva alla brasiliana dei giallorossi».

    Perché allora non è arri­vato a gennaio?

    «Ci abbiamo provato, ma lui aveva un impegno con il Flamengo, voleva vince­re lo scudetto e provare a fare la stessa cosa con la coppa Libertadores».

    Non avete però mollato la presa nonostante l’arri­vo a Trigoria di Toni.

    «No, non abbiamo mollato per niente. Io ho fatto diversi viaggi a Rio per incon­trare il giocatore, spiegargli il progetto Roma, riferirgli pensieri e parole dello staff giallorosso. La trattativa così è ri­masta aperta con Adriano che ha comin­ciato a tifare sempre di più la squadra giallorossa».

    Quando ha capito che sarebbe diventa­to un giocatore della Roma?

    «Nel momento in cui ha cominciato a rifiutare le tante, vi assicuro, tante offer­te che gli arrivavano».

    Da parte di chi?

    «Ci sono state almeno tre squadre ita­liane che hanno provato a prenderlo».

    Quali?


    «Milan, Napoli e Genoa».

    E poi chi altro?


    « Il Manchester City per esempio. In questi mesi è arrivata anche una solidis­sima offerta da parte di un club arabo. Così come al Flamengo hanno provato di tutto per trattenerlo, offrendogli tantis­simi soldi. Lì ho capito che era fatta, cioè che Adriano aveva scelto la Roma».

    Non è stata quindi una scelta di soldi.

    «Lo posso escludere nel­la maniera più assoluta.

    Forse qualcuno non si ren­de conto della potenza me­diatica e del nome che an­cora oggi ha Adriano. Stia­mo parlando di un giocato­re che fa la differenza, di un campione vero. Oggi con l’arrivo di Adriano, la Roma avendo anche Totti, può dire di avere i due giocatori media­ticamente più incredibili al mondo».

    Qual è stata la chiave vincente di que­sta trattativa?


    «La stima e la fiducia».

    Cioè?


    «La stima e la fiducia che la Roma ha sempre dimostrato al giocatore, sin dal primo contatto. Adriano è un ragazzo di una sensibilità incredibile, per lui senti­re l’affetto di chi lo circonda, è un fatto­re fondamentale. Se poi avverte anche la stima nei suoi confronti, allora è un ra­gazzo che ti regala il suo cuore e dà tutto se stesso. Roma in questo senso è la piaz­za perfetta per lui. Sono convinto che in maglia giallorossa tornerà l’Imperatore e la Roma avrà fatto il miglior affare pos­sibile ».

    Se dovesse riandare a un episodio de­cisivo di questa trattativa, cosa ci rac­conterebbe?

    «Una telefonata».

    Tra chi?


    «Rosella Sensi e Adriano».

    Quando?


    «La data è facile da ricor­dare, era il giorno della fi­nale di Champions Lea­gue » .

    Ventidue maggio quindi. Che è accaduto in quella telefonata?

    « Il presidente della Ro­ma ha usato le parole giu­ste, decisive per conquistare definitiva­mente il giocatore. Lo ha fatto sentire co­me un fratello minore, come in una fami­glia. Lo ha conquistato. Da quella telefo­nata tutto è andato in discesa».

    Diventata fumata bianca con il viaggio del direttore sportivo Daniele Pradè a Rio de Janeiro.

    «Vero. Il più era stato già fatto, ma in quella cena a Ipanema, Daniele ha usato toni e parole giuste, ha fatto capire al gio­catore come fosse indispensabile per un progetto vincente della Roma. In quella serata di fatto sono state messe le firme».

    Poi siglate a Villa Pacelli.

    «Dove Adriano ha capito sempre di più di aver fatto la scelta giusta. La signora Maria che gli ha fatto il caffè, non la di­menticherà mai».


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