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  • Chievomania: Pellissier, così no

    Chievomania: Pellissier, così no

    Sarà una storia già raccontata, ma vale la pena di essere ripescata..Sergio Pellissier è finito (quasi) nel dimenticatoio. L'uomo, la bandiera, il Chievo. Eugenio Corini avrà tutte le sue ragioni. E' tecnico brillante e la passata stagione ha regalato ai veronesi una salvezza tranquilla. Nulla da dire sulle sue scelte, sulle sue strategie, sulle sue qualità. Tuttavia, Pellissier è Pellissier. L'uomo più importante, lo dicono anche i numeri, nella storia del Chievo.

    Oggi Pellissier sta vivendo un periodo di fastidioso oblio. In campo va ogni tanto. Spesso è in panchina. Legittimo, per carità, nelle scelte del tecnico che deve fare il bene del club. Ma Pellissier, se davvero dev'essere 'pensionato', deve avere la possibilità di essere salutato nella giusta maniera.
     
    Merita quello che si è meritato. Non un addio silenzioso e senza gloria. Non un trattamento come tutti gli altri. Sia inteso: lui non reclama favori acquisiti sul campo di battaglia. Ma così Pellissier non può chiudere con il calcio. Collezionando qualche presenza qua e là. Vedendo gli altri giocare e lui a bordo campo, muto, ad aspettare la chiamata. Che solo a volte arriva. Giusto per essere chiari: quello che ha dato il capitano, non può certo finire direttamente dal campo all'oblio.
     
    Pensate ad uno come Totti. Quando deciderà di smettere, faranno festa, saranno lacrime, non mancheranno le celebrazioni. Così dev'essere per Pelo, che non può più essere il giocatore che vorrebbe per il Chievo. Bene, diteglielo. Lui vuole giocare. Non può giocare? Diteglielo. Merita la festa, le celebrazioni, la corona di alloro. Non il trattamento di adesso. A cavallo tra la panchina e la sofferenza. Pellissier è Pellissier. E le bandiere non si ammainano.

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