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    Donnarumma come Buffon e Dida: le papere dei grandi portieri della storia

    Donnarumma come Buffon e Dida: le papere dei grandi portieri della storia

    • Furio Zara
    Una volta chiesero al grande Sepp Maier - portiere della Germania Campione del Mondo nel 1974 - quale fosse il pregio maggiore di un portiere. E lui rispose: "Rialzarsi dopo un errore. Far finta che non sia successo. Pensare alla parata successiva". È il primo comandamento del buon portiere. L’exploit in negativo di Gigio Donnarumma nella finale di Coppa Italia ci fa tornare a riflettere sul senso del ruolo e sulle sue implicazioni. Gianluca Pagliuca - tra i migliori portieri della sua generazione - si lamentava spesso: "Se un attaccante sbaglia un gol viene bersagliato dai fischi ma poi tutto finisce lì, se un portiere fa una papera se la ricordano tutti per settimane". Mesi, diciamo noi. Anche anni. Ma la papera va messa in conto. Fa parte dei rischi del mestiere. E capita prima o poi a tutti.

    Ai più grandi portieri della storia del calcio e ad altri onesti mestieranti, senza distinzione di censo. Pure Gigi Buffon è entrato nel catalogo di quelli che l’hanno combinata grossa. Di papere ne ha fatte anche lui. In un Juventus-Lecce si allungò troppo il pallone su un retropassaggio e permise a Bertolacci di segnare un gol che per poco non fece perdere lo scudetto ai bianconeri, in un’Atalanta-Juventus ciccò il pallone clamorosamente e quello rotolò in porta. Nessuno è esente dall’errore. In Spagna ricordano ancora come il grande Arconada, bandiera della Real Sociedad e delle Furie Rosse, nella finale dell’Europeo 1984 contro la Francia, si fece passare sotto la pancia una punizione lenta ma beffarda (e calciata rasoterra) di Michel Platini. Fu il gol che spalancò alla Francia la porta del trionfo. La macchia più buia nella carriera di Nelson Dida rimane la notte di Glasgow del 2007, prima della famosa sceneggiata (con Dida che finse di essere stato colpito da un avversario e crollò a terra): quella volta il portiere del Milan si lasciò sfuggire un pallone che McDonald ribadì in rete.

    Celebre è l’uscita a vuoto di Luca Marchegiani, sul retropassaggio di Costacurta, a Cagliari nel ’92 in un Italia-Svizzera: Chapuisat ringraziò e segnò. Nessun interista può dimenticare come - ormai più di cinquant’anni fa - il grande Giuliano Sarti non trattenne un tiro-cross dell’ex Di Giacomo. Il Mantova vinse, l’Inter perse. Non solo la partita, ma anche lo scudetto. Il tedesco Neuer viene ritenuto all’unanimità come uno dei migliori portieri al mondo quando si tratta di usare (oltre che le mani) anche i piedi. Ma sei anni fa con un disimpegno posticcio e insulso regalò a Reus il pallone e al Borussia Monchengladbach la clamorosa vittoria all’Allianz Arena. Stesso discorso per Victor Valdes. Supercoppa di Spagna 2012: il nostro ebbe l’ardire di voler superare in dribbling Di Maria. Lascia perdere, Victor. Il Real vinse quella partita contro il Barcellona anche grazie a quell’errore. A Milano, sponda rossonera, il nome di Diego Lopez non è molto popolare. Nel 2014-15 il portiere ex Real Madrid - di scena a Parma - inciampò malamente su un retropassaggio di De Sciglio. Frittatona compiuta, altro materiale per Youtube. Ma il buon portiere cade e si rialza. Poco più di una settimana fa il portiere del Bayern, Ulreich ha piazzato una papera clamorosa al Santiago Bernabeu facilitando il passaggio del Real alla finale di Champions. Una mazzata tremenda. Ma il giorno dopo il Bayern ha pubblicato su Instagram i commenti dei compagni del portiere. Questo il commento: "Si vince come una squadra, si perde come una squadra". E non c’è altro da aggiungere.

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