Calciomercato.com

  • Empoli, Giampaolo: 'In passato vicino alla Juve ma sono interista. La verità sulla mia fuga da Brescia'

    Empoli, Giampaolo: 'In passato vicino alla Juve ma sono interista. La verità sulla mia fuga da Brescia'

    Alla vigilia della gara con l'Inter, il tecnico dell'Empoli Marco Giampaolo si è raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Dalla fede nerazzurra, ai sogni di adolecente: Giampaolo ripercorre tutte le tappe della sua carriera: "Quando papà  andava a giocare con gli amici, usciva sempre con una sacca nera e azzurra per la tuta e le scarpe. A casa, se parlava di calcio, parlava dell’Inter di Herrera. La mia adolescenza l'ho vissuta tutta in strada, insegna a giocare pallone senza essere un parcheggio per bambini  come sono diventate certe scuole calcio. Da bambino sognavo di lavorare sulle piattaforme in mare ma papà Graziano, che non era tipo da  sognare troppo, cominciò a portarmi con lui in cantiere. Faceva il muratore, lo aiutavo a portare i materiali".

    VICINO ALLA  JUVENTUS - L'attuale tecnico dell'Empoli è stato vicinissimo ad una panchina di una big come la Juventus nel 2009: "Credo che se le cose vadano bene dipende dalle capacità, non dal destino. O da quello che decidono solo gli altri: da uno a cento faccio fatica a dire quanto mi sentii juventino nell'estate del 2009, ma qualcuno fece una scelta diversa e di sicuro su opinioni rispettabilissime. Credo nella forza degli incontri particolari. Delio Rossi mi volle al Genoa come collaboratore tecnico.  Maurizio Sarri che mi fa entrare a casa sua, mi mostra il suo incredibile archivio personale, facciamo il corso di Coverciano. Io ggi non so se andandosene da Empoli ha fatto il mio nome, ma so che concordiamo da tempo che i nostri principi di calcio non sono lontani".

    LA FUGA DA BRESCIA - Nel 2013 Giampaolo fu al centro di un caso che attirò le attenzioni della stampa: la fuga da Brescia, gli ultrà non volevano il suo vice Gallo: "Da Brescia, punto più alto del logorio della mia carriera, me ne sono andato per coerenza.  Iniziò la battaglia fra il pensiero di poter chiudere con il calcio e la riflessione intima che mi diceva di non farlo. La cosa che mi andò più sangue al cervello fu che del mio caso si occupò Chi l'ha visto? Per tre giorni non mi ero mosso da Brescia, lo sapevano tutti. 

    Altre Notizie