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  • Il mercato ragionato: Milan inespresso

    Il mercato ragionato: Milan inespresso

    • Pippo Russo
    Il calciomercato estivo rossonero del 2015 si è aperto nell’attesa che arrivassero i soldi di mister Bee, e si è chiuso nell’attesa che arrivassero i soldi di mister Bee. E adesso che s’approssima l’apertura del calciomercato invernale 2016, l’attesa dei soldi di mister Bee è diventata un elemento di sfondo su cui ormai nemmeno il più ottimista fra i tifosi del Milan fa affidamento. Se dovessero giungere, bene. Ma realisticamente bisogna fare come se non arrivassero mai, allo stesso modo in cui non li si è visti durante sei mesi in cui si diceva fossero pronti a essere versati da un momento all’altro nelle casse del Milan. Bisogna tenere conto di questo stato di sospensione nel giudicare l’impatto che il mercato estivo ha avuto sul rendimento della squadra rossonera.

    Ci si trova davanti a una di quelle situazioni amorfe, in cui non si riesce a decidere se potesse andare meglio o peggio. Le aspettative dei tifosi sono legittime, ma l’ammonimento delle due ultime, grigissime stagioni continua a incombere. E nel mezzo si trova una squadra che, onestamente, sta facendo quello che può così come il suo allenatore. Sbagli ne sono stati fatti, ma in queste condizioni era inevitabile commetterne. Al tempo stesso è stato fatto qualcosa di buono. Il giudizio complessivo? Sospeso. Qualcuno si sentirebbe di darlo? Per il momento il Milan è una squadra inespressa. Potrebbe fare di più, ma rischia anche di fare molto meno. E il mercato estivo porta il segno di questa indefinitezza.

    L’analisi delle cifre rafforza l’impressione. Fra i nuovi acquisti il solo sempre presente è Carlos Bacca, e i suoi numeri ne fanno il simbolo del Milan di questa stagione. Per lui 17 presenze, di cui 15 dall’inizio e 10 per intero. I suoi minuti giocati sono 1341, impreziositi da 8 gol. Difficile chiedergli di più, eppure ci sono stati dei momenti in cui pure lui è stato messo in dubbio. Dietro Bacca si trovano Alessio Romagnoli e Luiz Adriano con 16 partite a testa. Due giocatori che condividono il dato statistico e poco altro. Romagnoli avrebbe potuto essere uno dei totalisti del campionato. Ha giocato per intero 15 partite. Purtroppo la sedicesima, a Marassi contro il Genoa, gli è costata un’espulsione facendolo fermare a 42 minuti e compromettendo la presenza nella successiva gara casalinga contro il Napoli. Che forse non per caso coincide col punto più basso della stagione milanista. L’ex doriano ha messo assieme 1392 minuti, 51 in più di Bacca che pure ha giocato tutte le partite. Quando arrivò in rossonero, molto si polemizzò sul costo del suo acquisto. Il ragazzo ce la sta mettendo tutta per legittimarlo, e ci sta riuscendo. Discorso diverso per Luiz Adriano, che ha messo insieme lo stesso numero di gare di Romagnoli, ma si è fatto 7 panchine consecutive dopo la gara di Torino contro i granata e fino a quella casalinga contro il Verona. Allorché è stato pure sostituito. Per lui soltanto 5 gare intere (l’ultima contro il Napoli, il 4 ottobre) e 769 minuti complessivi. Fin qui deludente, senza dubbio.

    Tutt’altro discorso per Juray Kucka, il cui arrivo aveva provocato pesanti malumori all’indirizzo di Adriano Galliani. Si è reso utile giocando 15 partite e 1018 minuti. In questo Milan ci può stare. Con lui si chiude la lista dei calciatori con alto numero di presenze, perché dalle 15 partite dello slovacco si scende alle 10 di Andrea Bertolacci, altro giocatore il cui costo ha suscitato ironie. Per lui vale quasi ciò che è stato detto a prooposito di Romagnoli. E il “quasi” è legato alle numerose assenze per infortunio. Ma quando è in campo si fa sentire, e i suoi 637 minuti sono di buona qualità. Andando in giù troviamo i tre cocchi di Mino Raiola. M’Baye Niang ha accumulato soltanto 6 presenza a causa di un grave infortunio in precampionato, ma quando è tornato abile ha giocato sempre da titolare accumulando 482 minuti. La scorsa stagione trascorsa al Genoa gli aveva fatto bene, e adesso c’è da aspettare la conferma. Discorso inverso per Mario Balotelli. Arriva, gioca alla grande mezzo derby, si conferma due partite dopo a Udine mettendo pure a segno un gol, ma poi dopo la quarta partita (contro il Genoa) si ferma per infortunio. Potrebbe rientrare alla ripresa, per lui fin qui soltanto 230 minuti. E poi c’è Rodrigo Ely: 3 partite, un’espulsione, un autogol, 171 minuti di serie A sui quali è inutile infierire. Qualcuno mediti. Chiudono Antonio Nocerino, 45 minuti alla seconda contro l’Empoli e poi mai più in campo, e José Mauri. Arrivato da Parma, pendolare fra panchina e tribuna. Davvero non meritava nemmeno una chance? Le cifre totali parlano di 88 impieghi riservati ai nuovi sui 236 complessivi (Mihajlovic ha utilizzato 13 giocatori anziché 14 in due partite, quelle dello Juventus Stadium e di Frosinone), il 37,2%. I minuti giocati dai nuovi sono stati 6085 su 18630, il 32,6%.

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