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  • Lazio, la Juve è sempre più vicina

    Lazio, la Juve è sempre più vicina

    • M. A.

    La Lazio alza. Alza tutto: il pallone, il volume, l’intensità. Urla Petkovic, canta lo spogliatoio, nel mirino le traverse di Fiuggi. Nel mirino la Supercoppa, soprattutto. E pazienza se qualcuno, leggi Radu, ci rimette la bocca su un contrasto di gioco con Klose. La scena è stata questa, nell’allenamento del pomeriggio: il romeno marca da vicino Miro, che un po’ infastidito allarga il gomito per difendere il pallone e con il braccio manda k.o. il compagno. Risultato: Klose si avvicina e si scusa, Radu è costretto a una visita lampo all’ospedale per medicare la ferita al mento con tre punti di sutura.

    A tutto volume 

    Sono le controindicazioni di una tensione che sale, sale, sale. E allora è giusto ogni tanto smorzare. È giusto ogni tanto alzare il volume, provare a dimenticare che la Juventus è dietro l’angolo. E così ecco che Ciani si trasforma in deejay. La scena, l’altra scena del giorno, è stata questa. Ore 9.15, lo spogliatoio della Lazio è una discoteca. Il francese ha scelto la serie musicale, mentre i giocatori si vestono per entrare in campo il sottofondo (si fa per dire, il volume è altissimo) sottolineato da tutto il gruppo è «Blurred Lines» di Robin Thicke, «I follow rivers» di Lykke Li, e infine «Bara bara, bere bere» di Michel Telò. Roba da Ibiza, mica da Fiuggi. E la temperatura è più da mare che da montagna, i gradi sono più di 30, il fresco di Auronzo è solo un ricordo.

    Bastone e carota 

    E un ricordo sempre vivo è pure la Coppa Italia, che però si allontana quanto più si avvicina la Supercoppa. Ora il pallone è il vero protagonista. La testa dei giocatori è lì. E così Petkovic va sulle montagne russe: carota prima, bastone poi. Carota prima, quando fa divertire i giocatori a inizio seduta con 30 minuti di allenamento sulla precisione. Palloni per tutti, intorno all’area di rigore da posizioni varie il giochino è colpire la traversa. Non ci riescono in molti, tra i più bravi Floccari e Radu. E dopo la carota, ecco l’allenamento duro. La tattica diventa protagonista. Avanza sempre più - come spiega la Gazzetta Sportive nelle pagine romane - il 4231, le prove di Petkovic di ieri hanno raccontato questo. Hanno raccontato che ad oggi è questo il modulo da considerare favorito per la Juventus. La scelta non è ancora definitiva, certo. Però vedi le coppie in campo e pensi: le coppie Ledesma-Biglia e Onazi-Gonzalez davanti alla difesa ad alternarsi, poi Rozzi e Candreva sulla destra, Mauri, Lulic e Keita sulla sinistra, Ederson e Hernanes sulla trequarti, Klose, Floccari e Kozak a giocarsi il posto là davanti (si fa per dire, chi insidia davvero Miro?). Avanti e indietro, su e giù. «Più veloci, più veloci», chiede Petkovic. E fa ripetere l’esercizio, chiedendo a Ederson di attaccare il primo palo sul cross dell’esterno, o agli attaccanti di essere più decisi nella conclusione. Poi la scena si ripete con i difensori, rigorosamente schierati a quattro. È la prima vera prova anti Juventus. È l’antipasto di un’altra serata doc, a caccia di un altro trofeo da conquistare.


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