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  • Le parole di Galliani sul derby. Ecco cosa voleva davvero dire: obiettivo Juventus

    Le parole di Galliani sul derby. Ecco cosa voleva davvero dire: obiettivo Juventus

    • Gianluca Minchiotti

    Parlare a nuora perchè suocera intenda. E' banale, ma forse è questa la chiave di lettura più azzeccata per le frasi pronunciate lunedì da Adriano Galliani

    "La polemica fra Juventus e Inter? Non voglio commentare. Posso solo dire che nel derby quelli sfavoriti siamo stati noi e nessuno si è lamentato. Non ci è stato dato un rigore e ci hanno annullato un gol regolare". 
     
    Già, ma che senso ha per un dirigente esperto come l'ad del Milan tornare, dopo oltre un mese dal match, sugli episodi che avevano condizionato il derby del 7 ottobre? Un dirigente come Galliani raramente guarda al passato, ma invece ha ben presente l'obiettivo più vicino, che in campionato è Milan-Juventus di domenica sera. 
     
    E infatti il secondo indizio lasciato da Galliani, ed estrapolato sempre dalle sue dichiarazioni di lunedì a margine dell'assemblea in Lega, è più illuminante: "Le polemiche arbitrali? Ognuno di noi si lamenta quando ha dei torti e mai quando ha dei vantaggi a favore, io per primo. Il torto più grande l'abbiamo subito noi l'anno scorso con la Juve (gol fantasma di Muntari, ndr), abbiamo fatto un po' di casino, ma nemmeno più di tanto".
     
    Un po' di casino, ma nemmemo più di tanto. Peccato che l'eco di quel 'casino' venga reiterata ad ogni occasione buona, compresa quella di lunedì. E peccato che a quell'eco venga aggiunto, e non sarà l'ultima volta, il ricordo dei torti subiti nel derby. E tutto questo a pochi giorni dalla sfida con la Juventus
     
    Ma in Italia il calcio funziona anche così, putroppo, e Galliani non è certo l'unico ad agire in questo modo. Alla vigilia di un match importante, si ricordano i torti arbitrali più eclatanti subiti nelle settimane e nei mesi addietro, per avvertire un po' tutti che la misura è colma: il 'palazzo', gli arbitri, gli avversari. 
     
    Oppure, altro comportamento tipico, non si parla delle proprie sventure, ma ci si sofferma sulla situazione 'arbitrale' della squadra che si deve affrontare. Ma sempre con lo stesso obiettivo, lanciare un segnale, un messaggio, un avvertimento
     
    Sentite ad esempio cosa ha dichiarato, sempre lunedì, Pietro Leonardi, l'ad del Parma (che nel prossimo turno di campionato se la vedrà con l'Inter): "Chi vuole parlare di arbitri continui a farlo, ma è una politica che non condivido assolutamente. Siamo comunque sfortunati: domenica abbiamo giocato contro l'Udinese dopo lo sfogo del patron friulano Pozzo e lunedì ci tocca l'Inter dopo le proteste del presidente nerazzurro Moratti".
     
    Il Italia, il calcio funziona anche così, putroppo, e tutti si adeguano, da Galliani a Leonardi, passando per tutti gli altri, compreso Antonio Conte, che nella scorsa stagione fece qualcosa di simile dopo una serie di errori a sfavore della Juventus. 
     
    Ed ecco perché lunedì Galliani in realtà ha parlato della Juventus e non dell'Inter, cosa che non è sfuggita a Massimo Moratti, il quale, oltre all'ormai famoso "chissenefrega", delle frasi del dirigente del Milan ha detto anche: "Mi sembra che Galliani non abbia detto niente di strano". Appunto, niente di strano, così fan tutti...
     

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