Calciomercato.com

  • Lulic mette sotto processo la Lazio: ma a chi giovano le sue accuse?

    Lulic mette sotto processo la Lazio: ma a chi giovano le sue accuse?

    • Luca Capriotti
    Lulic grida forte l’allarme. E quando Lulic parla, la Roma biancoceleste diventa bollente. Vuoi per la militanza di lunga data, vuoi per il gol al 71’ che ha regalato l’ultimo trofeo alla Lazio in finale contro la Roma, in uno storico derby che forse resterà unico. Il suo è un attacco totale: allo spogliatoio, reo di aver cambiato rotta, ai singoli, alle chiacchiere di mercato che potrebbero avere una qualche influenza se non si affrontano con forza mentale. Fino ai rinnovi, che dilaniano le speranze dei tifosi sulla permanenza dei giocatori più rappresentativi, da De Vrij a Biglia, passando per Keita. 

    Ancora parole: Lulic è reduce da una squalifica a punire le sue di parole su Rudiger dopo l’ultimo derby. Il bosniaco oggi in conferenza stampa lancia il sasso, e mostra a tutti la mano: non si nasconde, ma amplifica, prova a spiegare, dopo la sconfitta contro la Juventus. Lulic non c’era (primo punto da analizzare: non era meglio che a parlare fosse un senatore presente in quella gara?), tornerà contro il Chievo, ma da uomo spogliatoio (come in molti lo dipingono) prova ad analizzare le ragioni di una partita non giocata, senza aver combattuto mai veramente un duello. E la collega alle gare precedenti, in una pericolosa corsa in quinta verso l’abisso. 

    Lulic-Accuse - Le accuse di Lulic partono dalla gara di Torino, in cui la Lazio è finita sotto, senza aver mai veramente provato a riprendere in mano la gara, senza aver mai realmente sfidato la Juventus. "Andare a Torino per vincere non è semplice per nessuno. Ci voleva la gara perfetta e non l'abbiamo fatta. Contro Crotone, Genoa e Atalanta però abbiamo visto che se avessimo avuto davanti avversarie più forti avremmo certamente fatto più fatica”.  Primo atto d’accusa di fioretto (la Lazio non è stata perfetta, un bel modo per dire che è stata parecchio lontano dalla perfezione), secondo affondo a tutta potenza: la linea di discendenza che ha portato alla sconfitta contro la Juve parte dalla gara interna contro il Crotone, attraversa la Coppa Italia contro un Genoa in crisi nera e passa perfino per la vittoria contro l’Atalanta, celebrata a Roma come uno scontro diretto per l'Europa, in una grossolana operazione di propaganda (anche se in questo pezzo avevamo già cercato di dipingerla per quel che era, o non era).

    Continua: "Ognuno di noi deve darsi delle spiegazioni e continuare a lottare per la maglia e i tifosi. Dobbiamo tornare con i piedi per terra e ritrovare la stessa mentalità che abbiamo avuto ad inizio anno ad Auronzo”. Il richiamo alla maglia e i tifosi non è casuale, è un macigno nell’acqua: qualcuno non sta dando tutto. Chi? Difficile dirlo, Lulic spara nel mucchio, e cerca di rievocare uno spirito di squadra che in ritiro estivo c’era e si è perso per strada. Cosa è successo nel frattempo? I mancati rinnovi, tanto per dire. Il mancato mercato di gennaio, tanto per dire qualcos’altro. Le continue lamentele di chi si è sentito messo da parte da Inzaghi, mormorate nelle chat con i giornalisti compiacenti. 

    E infine il mercato, i rinnovi
    . Sono situazioni che agitano le acque da tempo, col tempo sono diventate torbide. Dal capitano della Lazio, Biglia, passando per l’esterno più talentuoso in rosa, il ’95 Keita, fino a quello di De Vrij, il difensore più forte in rosa: "Sono situazioni che dobbiamo lasciare un po' da parte. Solo così si può dare qualcosa di più. Troppe critiche e voci non fanno bene alla squadra. Il mercato? A me non dà fastidio, bisogna essere mentalmente forti per fare sempre meglio in campo”. Bisogna essere perfetti (vedi sopra), ma soprattutto mentalmente forti. La domanda corre veloce: qualcuno sta subendo situazioni di mercato che ne stanno turbando il rendimento? La vera domanda, alla fine della conferenza del bosniaco, è una: a chi giova? 

    A chi giova questo grosso grasso carico di responsabilità sulle spalle della squadra? Qualsiasi risultato sarà colpa della squadra? Due sono i grandi innocenti tra le scartoffie accusatorie di Lulic: Inzaghi, confermato a suon di predestinazione da Lotito in persona, e il grande deus ex machina (ma li salverà un giorno, i suoi eroi?). Ovviamente innocente anche e sempre lui, Claudio Lotito, e la dirigenza, Tare in prima persona. Che al giorno 25 del mercato di riparazione (in cui Milan e Inter sono state attive con due colpi titolari, o potenziali tali) ha solo parcheggiato Cataldi al Genoa e concretizzato un paio di operazioni minori. Senza riuscire a liberare nessuno dei grandi scontenti (Djordjevic, addirittura rientrato nel progetto tecnico di gran carriera, Luis Alberto, Hoedt, Kishna - forse una situazione in divenire), senza mettere una parola grossa sui tre rinnovi pendenti. La domanda vera è,  in latino perchè tutti possano capire: cui prodest, a chi giova, l’allarme Lulic?

    Altre Notizie