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  • Maradona non ha nessun diritto di impicciarsi della vita di Icardi e Wanda

    Maradona non ha nessun diritto di impicciarsi della vita di Icardi e Wanda

    • Pippo Russo
    Ma che problema ha Diego Armando Maradona con le questioni della vita privata di Mauro Icardi? E soprattutto: l’onore di chi crede di star difendendo? Sono interrogativi cui in apparenza la risposta è già data, e lo stesso ex Pibe de Oro ha spiegato a più riprese il proprio punto di vista ribadendolo pochi giorni fa. A suo parere, Icardi sarebbe un uomo senza codici e senza onore, per il fatto di essere diventato l’uomo della moglie di un ex compagno di squadra. Per avergliela portata via, sintetizzerebbe qualcuno. E insistendo su questa rappresentazione dei fatti, Maradona sottolinea che l’ex compagno di Icardi, Maxi Lopez, l’avesse accolto in casa “dandogli pure da mangiare”, e l’altro per tutta risposta ha preso con sé la signora Wanda. “Certe cose non si fanno” è la sentenza con cui Diego Maradona chiude il ragionamento. Lo chiudeva così quando le vicende del triangolo Maxi-Maurito-Wanda erano nel pieno del tumulto, e continua a farlo in questi giorni in risposta a chi ipotizza che Icardi venga convocato dalla nazionale argentina. Ma la linea di ragionamento su cui si basa l’opinione di Maradona è davvero corretta? E se anche lo fosse, gli darebbe l’autorità d’impicciarsi dei fatti privati altrui?

    Iniziando col rispondere a quest’ultima domanda, direi che assolutamente no: Diego Armando Maradona non ha nessun diritto d’impicciarsi nella vita privata di Mauro Icardi e Wanda Nara. Non ha questo diritto come non ce l’avrebbe nessun altro, escluso un numero ristretto di persone coinvolte più o meno direttamente da quelle vicende private. E dicendo questo non mi passa per la testa di usare l’argomento che molti altri userebbero contro “il moralista” Diego Armando Maradona: cioè, che visti i suoi precedenti egli sia l’ultimo a poter fare la morale a chicchessia. Questo è un argomento che rifiuto. Per me Diego Armando Maradona è stato il più grande di sempre sui campi da calcio, e soltanto a quello guardo. Tutto ciò che ha fatto fuori dal campo, a partire da un certo momento della carriera e in seguito, appartiene a un processo d’autodistruzione di cui egli stesso è la vittima principale (con esclusione di fatterelli come l’evasione fiscale o le schioppettate ai giornalisti, beninteso). Di fronte a ciò ho sempre provato umano dispiacere e nulla più. Mai ho pensato che si dovesse giudicare in termini morali quel processo di autodistruzione, o che egli in quanto campione dovesse “essere un esempio per i giovani”. Argomento, quest’ultimo, fra i più idioti in circolazione. Ma proprio in considerazione di tutto questo, avrei trovato opportuno che anch’egli si astenesse dal giudicare altri, specie nella loro vita privata. E invece no. Lui giudica, e insiste.

    In secondo luogo, bisogna guardare all’oggetto del suo giudizio. Cioè, quelle “certe cose” che “non si fanno”. Posizione categorica. Più corretto sarebbe dire “certe cose sarebbe meglio non accadessero”. Ma purtroppo accadono. Fra amici, fra colleghi, e fra colleghi che ritengono pure d’essere amici. In ogni settore della vita sociale e professionale. Sicché non si vede perché mai non debbano accadere anche nel calcio. Per quanto riguarda poi lo specifico del triangolo Maxi-Maurito-Wanda, va sottolineato che la signora non è stata “portata via”. Casomai, avrà deciso da sé di andarsene. E se l’ha fatto, non sarà stato soltanto per la presenza di un altro uomo nella sua vita. In questo senso, bisognerebbe anche guardare al pregresso della coppia Maxi-Wanda prima che si presentasse Maurito, ciò che nessuno si scomoda a fare. Magari i ruoli di vittima e colpevole potrebbero risultarne meno definiti di quanto appaia oggi.

    Della soap “Maxi, Maurito e Wanda”, la sola cosa sulla quale si potrebbe eccepire è il modo in cui Mauro e Wanda hanno fatto pubblico spettacolo della loro unione, specie nel periodo in cui la rottura fra Wanda e Maxi era ancora fresca. Un po’ più di discrezione non avrebbe guastato. Ma anche in questo caso, si tratta di scelte personali. Ciascuno vive come gli pare la vita privata, e di conseguenza sceglie di darne pubblica rappresentazione nel modo che gli aggradi. Ancora una volta, si torna al punto di partenza: fatti loro.

    E dato che rimane sempre una questione di “fatti loro”, continua a essere incomprensibile il motivo dell’astio che Maradona mostra verso Icardi. Perché se la prende così tanto, e in nome di quale senso dell’onore? La risposta è nelle “cose che non si fanno”, e nel tipo di contesto in cui Diego le colloca. In questo senso torna utile ripescare una delle sue prime uscite sulla vicenda. Risale alla fine del 2013, quando l’ex Pibe disse che ai suoi tempi “solo se guardavi la donna di un compagno, nello spogliatoio ci saremmo alternati a prenderlo a pugni” (e mi scuso se la costruzione del periodo non è esemplare, ma mi limito a riportarla da un articolo dell’epoca). 

    E dunque, ecco tornare in ballo il mitico spogliatoio, quel contesto tribale di cui appena ieri mi sono occupato. È a quel contesto, e alle sue malintese regole d’onore, che Diego Armando Maradona si riferisce quando dice di un Mauro Icardi “traditore e senza codici”. Non gli passa per la mente che forse sono proprio quei codici a essere deteriori. E che magari senza quei codici fatti anche di complicità meschine e di omertà, lui, Diego, avrebbe fatto una carriera più lunga. E più ricca di soddisfazioni, sia per lui che per tutti quanti amiamo il calcio. I veri tradimenti stanno altrove.

    @pippoevai

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