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  • Sampmania: come un piccolo Borussia Dortmund (pure con il motore polacco)

    Sampmania: come un piccolo Borussia Dortmund (pure con il motore polacco)

    • Lorenzo Montaldo
    In principio fu il Borussia Dortmund di Lewandowski, Błaszczykowski e Piszczek. Non è uno scioglilingua, anche se l'ironia con certi cognomi viene naturale. Un attaccante, un centrocampista e un difensore. In comune, oltre alle consonanti, hanno la nazionalità. Sono i polacchi che hanno fatto le fortune del BVB, i gialloneri di Dortmund. Una squadra guidata da un professore di calcio in panchina, organizzata attorno a calciatori come Gundogan, Reus, Gotze, Hummels e Subotic. Ragazzi arrivati al Westfalenstadion da sconosciuti, o in cerca di riscatto, o ancora cresciuti in casa, nelle giovanili. Calciatori accomunati da un filo rosso: sono stati capaci di imporsi prima al grande pubblico della Ruhr, e poi a quello della Bundesliga. Il tutto alimentato dall'inesauribile motore polacco: un difensore, un centrocampista e un attaccante, appunto.

    Vi ricorda qualcosa? Già, voglio arrivare proprio a quello che state pensando. E se questa Sampdoria fosse sulla strada per diventare un piccolo Borussia Dortmund? Non ridete, prima leggete, arrivate sino in fondo. D'altro canto, anche i blucerchiati hanno un allenatore che è un professore, un educatore prima che un tecnico. Un profondo conoscitore delle dinamiche del campionato italiano, un po' come lo era Klopp della Bundesliga. Pure il Doria ha un impianto di gioco costruito su calciatori giovani, esplosi a Genova o arrivati alla Samp in cerca di un nuovo inizio: Torreira è il nostro Gundogan, Praet è il nostro Reus, Silvestre il nostro Hummels. In più c'è il motore polacco: solido, affidabile, silenzioso e dinamico. Anche in questo caso formato da tre ingranaggi. C'è il terzino destro, Bereszynski (che di Piszczek è l'alter ego in nazionale), e c'è Linetty che fa un ruolo proprio simile a quello di Błaszczykowski. Poi però ci vuole il Lewandowski, che di quel Borussia era la star. In termini di peso all'interno della formazione, nell'ardita similitudine che sto cercando di tracciare la sua figura se la palleggiano Zapata e Quagliarella. Eppure a Genova semina (bene) e cresce (meglio) quello che da tanti in Polonia veniva indicato come l'erede designato di 'Lewa': Kownacki viaggia velocissimo, sogna in grande e migliora giorno dopo giorno. Ed ecco servito il terzetto polacco.

    Prima di essere tacciato di insanità mentale, lasciatemi specificare un punto: so benissimo che le proporzioni tra quel Borussia Dortmund che nel triennio tra il 2011 e il 2014 mise a soqquadro la Germania e la Sampdoria di oggi sono estremamente dilatate. Il confronto è impietoso, perchè quella squadra era composta da quattro-cinque giocatori di assoluto livello mondiale. Sono consapevole delle differenze strutturali tra Corte Lambruschini e il club tedesco, così come ho una vaga idea delle distanzze che esistono a livello organizzativo e economico tra Germania e Italia. So benissimo che quel Borussia vinse uno scudetto e arrivò ad un soffio dalla Champions. Non mi sognerei mai, neppure nel più ardito dei voli pindarici, di immaginare una Sampdoria che replica traguardi del genere. Lo scudetto dei blucerchiati è l'Europa, la nostra Champions è la Coppa Italia. La Samp deve vendere per autofinanziarsi, deve rassegnarsi a perdere i suoi pezzi pregiati. Ma se ci pensate, è proprio quello che è successo anche al Borussia.

    Il muro giallo, la strepitosa Curva Sud (tu guarda che coincidenza) del Dortmund ha salutato Lewandowski e Gundogan, e poi Gotze, Błaszczykowski e Sahin. E' quasi sempre riuscita a sostituirli. In estate probabilmente perderà un altro pezzo pregiato, Aubameyang, ma poco importa perchè la programmazione e la competenza valgono più di nomi e statistiche. Qualità che anche la Samp sta dimostrando di avere, insieme al motore polacco, all'ossatura della squadra e al tecnico professore. Senza contare il capitolo tifosi. Guardare quella Curva enorme, tutta gialla e nera e a strapiombo sul campo, deve dare realmente i brividi. Sembra che il cuore pulsante della tifoseria del Dortmund stia per rovesciarsi addosso ai giocatori. Il Westfalenstadion è la vera arma in più del Borussia, un po' come Marassi per la Sampdoria: "Non sono frasi di circostanza, il pubblico ci aiuta davvero a ribaltare delle partite che altrimenti non riusciremmo a recuperare" ha ammesso più di una volta Giampaolo, uno che esprime sempre quello che pensa, senza piaggeria o adulazione. Sono convinto che Klopp abbia detto lo stesso, o qualcosa di molto simile. Allora perchè non sognare, almeno per un istante, di essere anche noi un piccolo Borussia Dortmund?

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    @MontaldoLorenzo

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