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    Sampmania: ripartiamo da Giampaolo, ma senza più Spal e Sassuolo

    Sampmania: ripartiamo da Giampaolo, ma senza più Spal e Sassuolo

    • Lorenzo Montaldo
    Con una partita che spero di archiviare il prima possibile in quella parte nascosta della mia mente dove conservo i cattivi ricordi, chiusa da una porta blindata, dopo aver nascosto la chiave sotto un sasso in fondo al mare, salutiamo la stagione 2017/2018. Intendiamoci, meglio la noia di uno Spal-Sampdoria già scritto, firmato e controfirmato prima del match, che un finale di stagione come quello vissuto dai tifosi dell'Udinese, o del Chievo. Preferisco la rassicurante noia di una media classifica a due mesi di lotta folle nei bassifondi stile Samp di Montella. Però il rammarico resta, e partite del genere, giocate senza la minima ambizione, quasi come se fosse solo un obbligo sgradevole dover scendere in campo, e non un dovere da onorare, fanno imbestialire.

    E' stato un campionato strano, vissuto in altalena, tra oscillazioni bipolari che vanno dalla massima esaltazione alla più cupa insofferenza. Alla fine, la classifica recita decimo posto: risultato in linea con quanto richiesto dalla proprietà prima della stagione, e non era semplice raggiungere un traguardo del genere considerando l'ennesima rivoluzione estiva. Ma per quanto visto nel corso dell'annata, era lecito aspettarsi qualcosa di più. Ed è altrettanto corretto avvertire un senso di insoddisfazione diffusa considerando le passeggiate di salute in trasferta, vera e propria costante da settembre a maggio. Per questi motivi risulta difficile accettare la teoria societaria, ossia che il piazzamento raggiunto era anche l'obiettivo prefissato. I tifosi blucerchiati sono autorizzati a sognare in grande, anzi, sono incentivati a farlo. Se l'ambiente alza l'asticella dell'ambizione, magari riuscirà a trascinarsi dietro persino la squadra.

    Ora è tempo di ripartire. E credo sia il caso di farlo insieme a mister Marco Giampaolo. "Il mio auspicio è quello di continuare a lavorare alla Sampdoria". Da quanto tempo era che non sentivamo un elemento blucerchiato – oltretutto uno con buone possibilità di carriera – che si espone in questo modo? Per una volta che qualcuno lo fa, teniamocelo stretto. So che non tutti i tifosi della Samp non sono concordi, ma sono convinto che il tecnico, che pure ha alcune responsabilità nel mancato approdo in Europa, abbia le idee ben chiare su cosa fare in estate per crescere a livello di squadra. Anche perchè Giampaolo ha detto un'altra cosa interessante.  "Il miglioramento non passa attraverso il mercato, ma dalla crescita di mentalità e senso di appartenenza alla maglia". Penso che questo sia il nodo centrale da sciogliere nell'incontro della prossima settimana. Giampaolo, Ferrero e l'area tecnica dovranno confrontarsi, per capire dove questa Samp può correggersi. E ritengo che il passaggio del 'senso di appartenenza' sia cruciale in questo senso. Come si può pensare di creare quella coesione che ti fa vincere anche le partite difficili, 'sporche' come le definisce il mister, senza senso di appartenenza? Se i giocatori continueranno a sentirsi di passaggio a Genova, se i tifosi non riusciranno ad affezionarsi a calciatori che vestono il blucerchiato per uno, massimo due anni, resteremo sempre all'interno di un circolo vizioso. Gli abbonamenti caleranno ancora, le presenze allo stadio pure, le partite in trasferta rimarranno queste gite fuori porta, in cui ti capita di prendere tre gol dalla Spal (anche se indirizzati dalla direzione arbitrale) e dal Benevento, o quattro dal Crotone. Tutto punterà all'appiattimento, quando andrà bene, e se accadrà di sbagliare gli acquisti in entrata (rischio concreto, se ogni anno cambi metà della formazione) si correrà il pericolo di ritrovarsi invischiati in situazioni complicate. Ecco perchè sono certo che sia fondamentale per i tifosi puntare in alto, perchè questo può essere uno dei pochi elementi di 'rottura' nel loop che rischiamo di rivivere all'infinito. E' il rovescio della medaglia dell'ormai celebre 'player trading', delle logica delle plusvalenze. Non si può avere tutto, certo. Ma se a questa squadra e a questi calciatori le persone si affezionano  meno che alla formazione con Volpi, Palombo, Bazzani e Flachi, un motivo ci sarà.

    Ripartiamo da qui. Da Giampaolo, dalla Sampdoria, dal gruppo di quelli che hanno un'identità sampdoriana (Viviano, Silvestre, Quagliarella) e cementiamo la formazione con chi può restituire un po' di esperienza e carisma all'undici blucerchiato. Qualche giocatore che 'senta' la maglia, qualche tassello giunto all'apice della sua carriera, che non è intenzionato ad usare il club genovese soltanto come un comodo e semplice trampolino.  Renderà un po' meno dal punto di vista economico, ma in campo la differenza si sente, eccome. Magari il prossimo anno non faremo l'abitudine, a partite stile Spal e Sassuolo.

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