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  • Toromania: Immobile il "traditore", stavolta saranno fischi

    Toromania: Immobile il "traditore", stavolta saranno fischi

    • Andrea Piva
    Vi ricordate il ritorno a Torino di Alessio Cerci da avversario? Probabilmente sì e, probabilmente, se lo ricorderà anche il diretto interessato. Fischi da parte di una fetta di stadio causati, più che dal suo addio, da un post su Facebook dell'allora fidanzata (oggi moglie): indifferenza, mischiata a qualche timido applauso, da parte degli altri tifosi che con rimpianto stavano vedendo l'ala destra con una maglia diversa da quella granata. Domani toccherà al suo “gemello” Ciro Immobile scendere sul prato del Grande Torino con un'altra ma, c'è da scommetterci, applausi, seppur timidi, non ce ne saranno: al centravanti della Lazio domani saranno riservati solamente fischi.

    Il calcio d'altra parte è uno sport fatto anche di sentimenti e se non fosse per l'amore dei tifosi verso le rispettive squadre difficilmente oggi in Italia avrebbe il seguito che ha dopo trent'anni di scandali: dalle scommesse a Calciopoli passando per il doping. Quando un calciatore, dopo un anno giocato ad alti livelli si impunta decidendo di lasciare la sua squadra perché non più ritenuta alla sua altezza, nei tifosi non può che alimentarsi un sentimento di delusione. Se poi quello stesso calciatore, dopo aver fallito altrove torna nella squadra che lo ha lanciato (solo) per riguadagnarsi la Nazionale (venendo accolto come il figliol prodigo) e una volta raggiunto il proprio obiettivo personale decide di andarsene nuovamente, convinto ancora una volta di meritare una squadra di un livello superiore per poi finire col giocare in una formazione tecnicamente alla pari di quella lasciata, allora nei tifosi, oltre alla delusione, non può che scaturire anche un sentimento di rabbia. 
    Questa è in breve la storia di Immobile al Torino, quel Torino che ha creduto in lui dopo che aveva fallito alla prima stagione in serie A della sua carriera con il Genoa, quel Torino con cui è cresciuto facendosi conoscere anche al di fuori dei confini italiani, quel Torino che dopo un anno e mezzo di panchine a Dortmund e a Siviglia gli ha concesso l'opportunità di tornare protagonista e di riprendersi la maglia della Nazionale prima di essere considerato non all'altezza delle sue qualità.

    Per questi motivi domani al Grande Torino ci sarà da aspettarsi un'accoglienza a Immobile simile a quella che fu per Angelo Ogbonna qualche stagione fa: fischi, sonori, da parte di un popolo che si sente tradito. Immobile aveva la possibilità di diventare grande insieme al Toro, dopo aver fallito sia in Germania che in Spagna ha però creduto di meritare di meglio rispetto alla maglia granata, dopo aver espresso la sua volontà di cambiare aria e dopo un Europeo passato per lo più in panchina si è invece dovuto accontentare di una squadra, la Lazio, che - con tutto il rispetto - lotta per gli stessi obiettivi del Torino. E ora i fischi.

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