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  • 100 anni di Prisco, Moratti a CM: 'Mi fece comprare l'Inter in dieci minuti. Ma non mi farei fregare la seconda volta...'

    100 anni di Prisco, Moratti a CM: 'Mi fece comprare l'Inter in dieci minuti. Ma non mi farei fregare la seconda volta...'

    • Pasquale Guarro
    “E mi torna ancora in mente l’avvocato Prisco…”, ad ogni partita, ad ogni bandiera nerazzurra appesa alla ringhiera di un balcone. Nella gioia di un gol, ma soprattutto in qualche sofferenza sportiva. Perché è inutile negarlo, se si parla di Inter e di interisti, l’unico Santo protettore è Peppino Prisco. Quando la partita è importante e non vuole sbloccarsi, quando il rigorista sistema il pallone sul dischetto, è in questi momenti che almeno mezzo San Siro volge lo sguardo in alto per chiedere l’intervento dell’avvocato.

    Peppino Prisco, oggi, avrebbe compiuto 100 anni. Avrebbe gioito per il 19esimo scudetto e sperato per la seconda stella. Un po’ come ci spera Massimo Moratti, che dell’Avvocato conserva ricordi meravigliosi.

    IL RICORDO DI MASSIMO MORATTI - “L’ho conosciuto da bambino, era il vicepresidente dell’Inter quando il club era del mio papà. È sempre stato di famiglia, anche perché all’epoca il calcio era una cosa diversa, aveva un’impostazione familiare e non istituzionale. Per cui si era tra amici ed era normale vederli girare per casa. Prisco era brillantissimo e anche ammirato per il suo passato da eroe alpino. E poi quell’ironia, quel modo inconfondibile di comunicare. Diventa difficile fissare un solo aneddoto per ricordarlo, perché in qualsiasi ragionamento, anche in quello più serio, emergeva con una sua battuta che ti imponeva a riflettere sul fatto che in fondo alcune cose della vita sono serie o meno a seconda di come le guardi. Possedeva invidiabili punti di vista. E poi non posso dimenticare il giorno in cui uscendo di casa lo trovai fermo all’angolo ad aspettarmi: in dieci minuti mi spiegò che l’Inter attraversava un brutto momento, che bisognava immediatamente intervenire, ma aggiungendo che avrei dovuto farlo io, che fino a quel momento pensavo a tutto tranne che a comprare l’Inter. In quei pochi minuti riuscì a raccontarmi praticamente tutto e anche a convincermi del fatto che fondamentalmente avrei potuto fare qualcosa. Non parliamo solo della classica pulce all’orecchio, Prisco fece tutto affinché la trattativa iniziasse e finisse come desiderava, organizzò anche gli incontri. Io mi trovavo in quelle classiche situazioni in cui c’è di mezzo un amico a cui fai anche fatica a dire di no. All’Inter pensavo più come una cosa futura, e invece… Adesso mi manca la sua intelligenza, quel rapporto di ragione e tutto ciò che portava l’avere accanto uno come lui, anche nella sua discrezione. Perché non è mai stato invadente, ti lanciava dei messaggi estemporanei che coglievi perché aveva la capacità di attecchire con poche parole”.

    E allora un’ultima domanda sorge spontanea… Anche oggi l’Inter attraversa un momento di difficoltà, provi a pensarci: esce di casa e lì all’angolo trova Peppino Prisco ad aspettare. Come si comporterebbe?

    (Ride divertito, ndr)“Eh no, non me la farebbe per la seconda volta. Cambierei marciapiede”.

    Buon compleanno Peppino, manchi a tutti noi.

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