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  • A San Siro è tutto giusto, tranne il trionfo della Roma: l'Inter cade sotto i colpi di un Dybala bellissimo e crudele

    A San Siro è tutto giusto, tranne il trionfo della Roma: l'Inter cade sotto i colpi di un Dybala bellissimo e crudele

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Tutto giusto, tranne il risultato. La Roma vince in casa dell’Inter (2-1) con complessivi tre tiri in porta - un’invenzione di Dybala e un colpo di testa di Smalling da punizione contestata i gol decisivi - nessuna impressione di superiorità, nessuna coerenza tecnica con la partita preparata (fuori Abraham con Dybala centravanti), una difesa strenua, molta fortuna (un gol di Dzeko annullato per fuorigioco di un unghia, una traversa di Calhanoglu, un tiro a lato di un alito di Asllani), qualche contropiede di alleggerimento. È un metodo già visto in passato, una volta si chiamava calcio all’italiana. Quello di Mourinho, invece, è un gioco senza qualità, senza presenza nelle zone calde del campo, senza idee e, quel che più impressiona, con poca forza fisica.

    L’Inter del primo tempo surclassa la Roma da tutti i punti di vista, ma ha il torto di raccogliere solo il gol di Dimarco (qualcuno l’aveva detto che a sinistra rende il triplo) e, soprattutto ha il torto di subire il pareggio a pochi minuti dall’intervallo. Il gol di Dybala, bellissimo e crudele, su cross di Spinazzola, ha traumatizzato i nerazzurri e ridato una chance - del tutto immeritata - alla squadra di Mourinho (squalificato, in panchina Foti).

    Sarebbe stata tutta un’altra partita se un regolamento ormai schiavizzato al Var, al di là di ogni ragionevolezza, non avesse pescato Dzeko in fuorigioco di un centimetro su assist di Lautaro Martinez (gol annullato all’11’). Fino a quel momento e anche dopo il vantaggio di Dimarco (30’), l’Inter è stata tutto ciò che ci aspettava: compatta, organizzata, travolgente sulla fascia sinistra. In una parola più squadra della Roma i cui giocatori vagavano sul campo senza direzione e senza misura. Al 35’ i giallorossi non solo non avevano ancora tirato, ma non avevano nemmeno avvicinato la porta avversaria. Solo al 36’, come due lampi improvvisi nella notte, Handanovic è dovuto intervenire ripetutamente sulle conclusioni di Spinazzola e Dybala.

    Avvisaglia o casualità, la prima occasione ha fatto da premessa al gol, propiziato, ancora una volta, da un’iniziativa di Spinazzola. Sul cross dell’esterno, Dybala si è defilato e ha colpito di sinistro beffando Handanovic. Ben lungi dall’essersi trasformata, la squadra giallorossa ha continuato a subire dopo il riposo, anche se gli attacchi dell’Inter sono diventati meno veementi e più confusi. Per tenere su qualche pallone, Dybala è uscito ed è entrato Abraham, probabilmente una staffetta già programmata.

    Ma si è continuato a giocare dall’altra parte del campo con l’Inter che ha sfiorato il nuovo vantaggio prima con Lautaro (alto) e poi con Calhanoglu (traversa). Per dire della buona qualità del gioco interista, e dell’importanza di Dimarco, va sottolineato che la punizione da cui è scaturito il legno, era nato da un’azione assai articolata tra Dimarco, Dzeko e Lautaro, lanciato in profondità e fermato con le cattive da Mancini (ammonito).

    La Roma ha messo fuori la testa, in modo del tutto occasionale, dopo una conclusione angolatissima di Asllani e quando il cronometro segnava ormai il 70’. Celik, dalla trequarti, ha scavalcato Skriniar, pescando Abraham in mezzo all’area. La girata, assai debole, è finita tra le braccia di Handanovic.

    Quando la partita si stava accomodando su un pareggio che non sarebbe piaciuto a nessuno, meno che mai all’Inter, la Roma è andata a prendersi la vittoria. Fallo di Dzeko su Mancini sulla trequarti. Tutti protestano, ma pochi marcano, visto che sulla punizione di Pellegrini, Smalling si muove dietro la linea difensiva interista, statica ed esitante, per schiacciare in rete. 

    L’ultimo quarto d’ora è una sarabanda di cambi interisti (Mkhitaryan per Asllani, Correa per Calhanoglu, Bellanova per Dumfries, Gosens per Bastoni e Carboni per Dimarco). cui Foti replica con Camara per Pellegrini e Belotti per Zaniolo.

    Con l’Inter tutta in avanti, un contropiede, azionato da Belotti, viene sprecato da Abraham (che non lo serve), mentre al 96’, Smalling, quasi sulla linea di porta, toglie di testa il pallone colpito da Gosens e destinato nel sacco. Finisce con troppe proteste (Barella deve imparare a calmarsi) e il  grande rammarico interista. Anche il pari sarebbe stato stretto, figurarsi perdere la seconda consecutiva dopo Udine. E con il Napoli che, lassù, adesso scappa. 


    INTER-ROMA 1-2: IL TABELLINO

    INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, Acerbi, Bastoni (36' st Gosens); Dumfries (36' st Bellanova), Barella, Asllani (32' st Mkhitaryan), Calhanoglu (32' st Correa), Dimarco (43' st Carboni); Dzeko, Lautaro Martinez. A disp.: Botis, Onana, De Vrij, D'Ambrosio, Zanotti, Darmian, Gagliardini, Stankovic. All. Inzaghi.

    ROMA (3-4-2-1): Rui Partricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Celik, Cristante, Matic, Spinazzola; Zaniolo (41' st Belotti), Pellegrini (36' st Camara); Dybala (13' st Abraham). A disp.: Boer, Svilar, Kumbulla, Bove, Vina, Zalewski, Tripi, El Shaarawy, Shomurodov, Volpato. All. Mourinho (squalificato, in panchina Foti).

    ARBITRO: Massa di Imperia.

    MARCATORI: 30' pt Dimarco (I), 39' pt Dybala (R), 30' st Smalling (R)

    NOTE: Ammoniti: Asllani, Correa, Gosens, Barella (I); Zaniolo, Smalling (R). Recupero: 1' pt, 5' st.


     

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