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  • Allegri, che frecciate: 'Conte? Le sue vittorie merito della Juve. E su Sarri...'

    Allegri, che frecciate: 'Conte? Le sue vittorie merito della Juve. E su Sarri...'

    Massimiliano Allegri è stato ospite di Paolo Condò su Sky Sport ed ha toccato diversi temi, tra cui anche il rapporto con Leonardo Bonucci e la finale di Cardiff; il tecnico della Juventus ha fornito un quadro anche dei suoi anni al Milan e non si è risparmiato una frecciata a Conte e Sarri.

    LA FINALE DI CARDIFF - Allegri ha commentato la sfida persa contro il Real Madrid, rimarcando tutte le difficoltà di ordine fisico che hanno afflitto la squadra nella partita più importante dell'anno e sottolineando che la sconfitta con i blancos è una lezione importante non da cancellare, ma dalla quale ripartire: ''Cosa cambierei della Finale di Cardiff? A fine primo tempo avrei dovuto fare 2 o 3 sostituzioni, ma sarebbe stato impossibile. Avevo Pjanic con un ginocchio in disordine, Mandzukic con una caviglia che si stava gonfiando. Li ho mandati comunque in campo e anche per le loro condizioni ho chiesto alla squadra di provare a fare una partita diversa. Negli ultimi 5 minuti del primo tempo loro hanno preso il sopravvento, noi siamo stati fermi e avevamo paura di prendere gol. Nella ripresa, quando hanno visto che eravamo in difficoltà, ci sono saltati addosso. Dopo il pareggio abbiamo continuato a spingere, è una partita che ci servirà da lezione soprattutto nella gestione degli incontri futuri. Dopo un avvio a cento all’ora non potevamo pensare di fare un secondo tempo come il primo, bisogna conoscere meglio i ritmi della gara e i tempi di gioco. L’idea iniziale era di chiudere in vantaggio il primo tempo, oppure ad inizio ripresa, anche qualche minuto dopo. Finale col Barcellona? Fu una stagione diversa: avevo una squadra con più soluzioni, quest’anno sono partito in un modo ma ho cambiato, i 4 davanti hanno speso l’ira di Dio! E non pensavo che Pjaca si potesse far male, stava crescendo e poteva risultare determinante. Non avendolo ho dovuto tirare di più quelli davanti. Tifosi? C’è stata troppa depressione".

    CAPITOLO BONUCCI - Il tecnico toscano si è poi soffermato sulla questione legata a Leonardo Bonucci, con il quale ci sono stati diversi dissapori durante la stagione, culminati con l'esclusione nel match di andata degli ottavi di finale contro il Porto: ''In quel momento particolare era giusto fare così. Ci sono momenti in cui è giusto chiudere un occhio e dei momenti in cui gli occhi vanno tenuti entrambi aperti. Lui aveva sbagliato, avevo sbagliato anche io, infatti mi sono autopunito, ed era giusto che Leo stesse fuori. E’ stata una partita importante e decisiva e se anche avessimo perso dopo avremmo avuto la forza per vincerne altre dieci. Contro il Porto abbiamo giocato bene, poi dopo due giorni Bonucci è rientrato, è importante, straordinario e soprattutto deve capire che sarà il futuro leader dello spogliatoio della Juventus''.

    RICORDI DI MILAN - L'allenatore della Juventus è tornato anche sui suoi anni al Milan, tessendo le lodi di Galliani e Berlusconi, oltre che di Zlatan Ibrahimovic: ''Dissi a Berlusconi: ‘Se prende Ibra vinciamo lo scudetto’. Sono riconoscente alla dirigenza del Milan che mi hanno dato una squadra di campioni anche se in età avanzata. Con loro abbiamo fatto una stagione eccezionale: arrivammo in fondo con giocatori che stavano smettendo ma per me sono stati 4 anni meravigliosi. Il primo anno ho allenato calciatori che mi sarebbe piaciuto allenare 6/7 anni prima. Ibrahimovic? E’ un calciatore che sposta gli equilibri''.

    L'ARRIVO ALLA JUVE – Allegri ha anche svelato un retroscena sul suo arrivo a Torino, senza risparmiarsi una frecciata al suo predecessore, Antonio Conte: “Stavo facendo il trasloco di mia figlia da Milano. Mi arrivò una chiamata strana, era un momento in cui sembrava fossi destinato alla Nazionale. Alle cinque mi chiamano e mi dicono che il presidente mi voleva parlare, poi vidi un messaggio che diceva che Conte si era dimesso e allora capii. Eredità pesante? Ero sereno perché credevo che quella squadra avesse tanto da dare, soprattutto in Europa. Conte fece bene ma quello fu merito di tutti a partire dalla società, difficile che un allenatore faccia tutto da solo. Ostilità? I tifosi erano giustamente legati a Conte perché lui aveva dato la possibilità di tornare a vincere ed io avevo fatto un’analisi lucida sulla squadra”.

    IL MERCATO – Qualche considerazione anche sul mercato, con gli addii di Tevez, Pirlo e Vidal sotto i riflettori: “Tevez e Pirlo hanno fatto una scelta, Vidal è stata un’occasione di mercato che la Juve con me ha deciso di sfruttare. L’anno dopo è stato diverso. Tutti e tre gli anni sono stati diversi. Il primo anno bisognava solo crescere in Europa senza stravolgere niente. Difesa a quattro? Bonucci, Barzagli e Chiellini sono i più forti in Europa e possono giocare come vogliono la dimostrazione è la finale del 2015 dove hanno giocato uomo contro uomo per 50 minuti. Secondo anno? Con dieci giocatori nuovi i senatori non si riconoscevano nello spogliatoio, ci voleva tempo per ripartire in modo diverso. Non avevo chiesto Higuain, io do indicazioni e quell’anno dissi che dopo la finale di Champions bisognava migliorare. Nelle giocate Dybala dà più nell’occhio, Pogba è straordinario perché ha fisicità e tecnica. Non ho fatto nulla per tentare di trattenere Pogba anche perché quando la società mi ha detto le cifre…”.

    POST SASSUOLO – Allegri poi è tornato sul momento di svolta della passata stagione, la partita persa contro il Sassuolo: “Io nemmeno parlai, parlarono il presidente, Evra e Buffon, io non avevo bisogno di parlare, c’era da ricostruire e la squadra poteva vincere un tot di partite. Una volta dissi ai ragazzi che lo scudetto si poteva vincere, credevano avessi fatto uso di sostanze, bastava riprendere il cammino. Sorrido quanto sento i santoni che dicono fanno e che sanno poco di calcio giocato e sensazioni, credevano fossimo finiti, ma io mi diverto”.


    SARRI –  Allegri ha anche parlato di Maurizio Sarri, che è riuscito a dare al Napoli un gioco bello ed entusiasmante: “Accetto e sono felice che si dica che gioca meglio. Veder giocare le sue squadre è piacevole, ma quando devi giocare con l’obbligo di vincere non sempre si può giocare bene: io dico sempre che ci sono quelle 5-6 partite che devi vincere in maniera sporca, giocando male. Non tutta la stagione è uguale, ci sono momenti e momenti”.

    CAMBIO MODULO - In chiusura il tecnico della Juve ha analizzato la scelta di cambiare modulo, che ha risollevato le sorti della stagione “Rischiavamo di non vincere lo scudetto ed era già un po’ che lo sentivo. Dopo Firenze rimanemmo a quattro punti, entrare in un vertice negativo era un attimo. Avevamo bisogno di una svolta mentale e spaccare la stagione perché con quel modulo, quegli uomini non potevano dare di più”.

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