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  • Altro che Borg: Ibra stufo fino al prossimo rinnovo, o cambio di squadra...

    Altro che Borg: Ibra stufo fino al prossimo rinnovo, o cambio di squadra...

    • Gianluca Minchiotti

     

    Trent'anni sono troppi per giocare a calcio ad alti livelli divertendosi ancora? Per Zlatan Ibrahimovic forse sì. Durante un conferenza stampa in Svezia, l'attaccante del Milan ha dichiarato apertamente il suo disamore per il gioco che è 'anche' (anzi, 'solo', a questo punto) il suo lavoro: "E' diventato routine, è arrivato il momento di pensare ad altro. E' dura giocare pure con i miei figli. Penso che si debba dire basta quando si è al top, non con i capelli grigi".
     
    Dichiarazioni choc? Forse sì, ma se si pensa al personaggio, forse neanche troppo. Ibra è un tipo umorale, uno che si fa venire il famoso 'mal di pancia' e lascia l'Inter per il sogno Barcellona, per poi andarsene, sconfitto, un anno dopo. Uno che va alla Juventus, vince uno scudetto e, l'anno dopo, prima ancora che scoppi Calciopoli, rompe con Capello e programma già la grande fuga. Uno che manda a quel paese i compagni per un passaggio mancato (o sbagliato), ma che è pronto, un attimo dopo, a distribuire abbracci e sorrisi. 
     
    Quella dello svedese, quindi, più che una prematura stanchezza da usura (come capitò al connazionale Bjorn Borg, che si ritirò dal tennis a 26 anni), sembra un colpo di testa, un'uscita a vuoto, uno scatto umorale destinato a cambiare nel giro di 24 ore. 
     
    Magari dopo un rinnovo di contratto, o dopo l'ennesimo cambio di squadra, o dopo l'uscita dell'annunciata autobiografia, lanciata abilmente da queste dichiarazioni 'choc'... 

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