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  • Altro che Natale! Il Napoli è nervoso, sbatte sul Monza e resta in apnea

    Altro che Natale! Il Napoli è nervoso, sbatte sul Monza e resta in apnea

    • Renzo Parodi
    Avete presente il Nadir e lo Zenit? Il polo e l’equatore? La notte e il giorno? Ecco qui la massima sintesi dello 0-0 fra Napoli e Monza. Gustoso e vagamente indigesto il contorno, consumato tutto nella ripresa, grassa e ricca come il cotechino di Capodanno. Le lenticchie le ha mangiate il Monza che torna a casa con un punto. Il Napoli prosegue l’apnea. Il contorno, dicevo. Un calcio di rigore fallito da Pessina (braccio di Mario Rui), tre palle-gol squisite fallite dal Napoli (due volte Kvaratskelia, una Gaetano), espulsi i due allenatori, Mazzarri e Palladino, colpevoli di reiterate e plateali proteste. Rosso anche al panchinaro monzese Maric, al quale è scappata una parola di troppo all’indirizzo dell’arbitro di Bello. Otto ammoniti: Pereira (l’unico giallo del primo tempo) e nella ripresa Birindelli, Di Lorenzo, Juan Jesus, Kvaraktskelia, Bondo, Cittadini, Gaetano. Tre infortunati, sempre nel corso del secondo tempo: Akpa Akpro, Meret, D’Ambrosio. Secondi 45’ anzi 51’ minuti via via più tesi e nervosi ma finalmente conditi con occasioni da gol, emozioni, forcing lirico del Napoli e un paio di contropiede fulminanti del Monza che per un pelo non hanno avuto esito felice. Nervosismo e lingue troppo lunghe. Di qua e di là. Alla fine, 0-0 e così sia. Primo tempo non granché fino alla mezz’ora, nel finale di tempo finalmente il Napoli si accende e con Anguissa e Kvarfatskhelia arriva due volte in forte odore di gol, la prima il centrocampista, imbeccato da Mario Rui, scarica sul portiere Di Gregorio, quindi Kvara si costruisce da sé la palla gol, il suo destro in diagonale è appena largo, a portiere battuto.

    Inizio difficile per il Napoli, il Monza è gagliardo, tonico, marca uomo a uomo (Pereira appiccicato a Kvara), e va di fraseggi in scioltezza, portando avanti gli esterni Pedro Pereira a destra (che pure deve tenere d’occhio Kvara) e Ciurria a sinistra. Di conseguenza Di Lorenzo e Mario Rui in avvio se ne stanno alquanto bassi e non incidono più di tanto nell’economia del gioco offensivo. Colombo fa il pivot in maniera intelligente, smistando i palloni per gli inserimenti dei centrocampisti, fra i quali si segnala per saggezza di movimento e pulizia di tocco Akpa Akpro. Valentin Carboni sulla trequarti è stato preferito a Colpani, dirottato in panchina (subentrerà nel corso della ripresa) e le contemporanee assenze di Pablo Mari (squalificato) e Izzo (acciaccato dell’ultima ora) hanno costretto Palladino ad arretrare Gagliardini nel ruolo di difensore centrale.

    Il Napoli balbetta per un buon quarto d’ora, l’assenza dello squalificato Osimhen lo costringe a giocare palla bassa e a rinunciare ai cross alti, specialità della ditta di Mazzarri. Il piccolo guizzante Raspadori, preferito per l’ennesima volta a Simeone (per il Cholito pochissimi insignificanti spiccioli nel finale di gara), dopo un paio di guizzi finisce per spegnersi nei gorghi dell’area di rigore brianzola. Per fortuna di Mazzarri Kvara sembra avere la luna giusta, svaria da sinistra a destra e viceversa, ispirando i rari soprassalti napoletani. Poco o nulla da segnalare nelle due aree di rigore fino alla mezz’ora, salvo un innocuo flipper in area del Monza con Kvara protagonista, un magistrale contropiede monzese concluso da Pereira guadagnando un corner.

    All’improvviso il Napoli si accende e nel quarto d’ora finale del primo tempo sale in cattedra. Mario Rui, in lievitante condizione agonistica, scodella in area per Anguissa, colpo al volo da sette-otto metri e Di Gregorio respinge e quindi Kvara si costruisce d sé una nitida palla gol che si perde appena oltre il palo lungo. Troppo poco per raccontare di un Napoli in grande spolvero, le assenza in avanti (Osimhen e Politano) pesano una tonnellata, Zerbin preferito a Lindstrom (poi subentrato) eterno oggetto misterioso, è generoso ma acerbo e Raspadori fa quello che può in mezzo al groviglio di gambe e teste eretto dal trio D’Ambrosio-Gagliardini-Caldirola. 0-0 al riposo.

    Ripresa e si accende la Piedigrotta napoletana. Il Napoli alza ritmo e pressing, il Monza rincula e soprattutto ha perso smalto e scioltezza di palleggio. Birindelli, subentrato all’ammonito Pereira, passa su Kvara e si becca subito il giallo. Palladino immediatamente dirotta Ciurria sulle tracce del georgiano che scavalla ovunque in cerca della zolla giusta. Palla-gol per Kvara (uno-due con Raspadori in area), piattone debole in bocca a De Gregorio. Al 20’ il contropiede arrembante del Monza libera Colpani, tiro e tocco col braccio in area di Mario Rui. Era largo, non lo era? Di Bello non ci pensa un attimo. Indica il dischetto e ammonisce D Lorenzo e Juan Jesus per proteste. Misteri dolorosi di un regolamento folle. Pessina indirizza uno straccio bagnato fra le braccia dell’incredulo Meret che subito dopo chiede il cambio (Contini) per problemi muscolari.

    Il finale del match è un carnevale, esplodono mortaretti e petardi, Mazzarri tira via Zielinski e Zerbin e mette mano a Lindstom (non pervenuto) e Gaetano.  Palladino deve rinunciare a D’Ambrosio (guai muscolari), dentro Cittadini e sceglie di alternare Machin a Colombo. Si va su toni sempre più alti, poco gioco e qualche calcione di troppo, in un Maradona colmo che rumoreggia e impreca. Girandola di cartellini gialli, rissa fra Bondo (subentrato a Akpa Akpro) e Kvara, i due quasi vengono alle mani, Di Bello li perdona entrambi ammonendoli (ci starebbe il rosso) e punisce Mazzarri che si è buttato nella mischia, per dividere i contendenti, dice Walter. No, per protestare, decide l’arbitro. Fuori Mazzarri e dopo un po’ fuori anche il napoletano Palladino che si agita come un ossesso in panca e ne dice qualcuna di troppo. Entrambi erano già stati ammoniti ma l’arbitro ha estratto il rosso diretto. Il Napoli pressa, assalta, si getta avanti con tre punte (Kvara, Simeone e Raspadori) e due mezze punte (Gaetano e Anguissa), peccato che Gaetano si divori il gol dell’1-0 ciabattando malamente da due passi su De Gregorio. Fine della disfida e meno male che Natale è passato e non c’era l’obbligo morale di essere più buoni. Al 2024 e tanti auguri.
     

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