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  • Atalantamania: Champions, anche la Dea gioca a ‘ciapa no’!

    Atalantamania: Champions, anche la Dea gioca a ‘ciapa no’!

    • Marina Belotti
    Difficile salvare i singoli, i titolari, i cambi, un reparto, uno dei due tempi da 45’ che hanno inchiodato l’Atalanta alla cara e vecchia sesta posizione. Nessun aggancio all’Inter, perché contro il Bologna non c’è fame, non c’è fantasia, non c’è intensità. Arriva dall’ex, Orsolini, la beffa più amara, arriva da un giovane, Zirkzee, meno conosciuto di Scalvini e Højlund ma più determinato, la chiusura dei giochi, arriva da un allievo, Thiago Motta, la sconfitta del maestro.
     
    INCOMPRENSIBILE- Non poteva esserci calendario più favorevole per l’Atalanta, che alla vigilia ha visto fermarsi le milanesi e dopo di lei attendeva che Juve e Lazio si togliessero punti. Invece, in questo campionato così equilibrato, le partite più a rischio sono quelle con le medio-piccole, e non i big match di cartello. È l’Empoli a far paura, la Salernitana a combattere fino all’ultimo respiro, questo Bologna che ha tutto da guadagnare a toglierti l’Europa (per farla sua?). Una Champions che nessuno sembra davvero volere, chi perché impegnata a pensare agli scontri internazionali che l’attendono, chi, come l’Atalanta, perché semplicemente non è in giornata, o ha un calo fisico che cuore e testa non risolvono.
     
    E PREVEDIBILE- Lo scorso anno, all’apparenza più negativo di quello in corso, l’Atalanta dopo la 29esima giornata aveva 1 punto in più, 49, ed era a 7 punti dal 4° posto, ora meno distante (-4) solo per gli inciampi delle altre, e non certo per merito dei nerazzurri. Solo la Lazio, battuta dalla squadra di Gasperini sembra crederci davvero. Ai nerazzurri, per coronare il 4° sogno Champions, serve più fantasia, perché a furia di parlare dei 100 milioni di Lookman e Højlund, i difensori non gli lasciano un millimetro. È il rovescio della medaglia delle plusvalenze.
     

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