Atalantamania: Hatebum-bum-bum, la Dea le spara grosse
LICENZA DI UCCIDER…SÌ- Sì, anche la Dea settimana scorsa con la Spal ha fatto il gioco del Diavolo. Un brutto gioco, senza tante occasioni e tecnicismi, ma col franco tiratore a sparare in rete al momento giusto. E se ieri il Franck tiratore Kessie ha sbagliato mira, ci ha pensato subito un Krzysztof blasfemo a punire la Dea. Supportato però - e qua arriva il punto dolente anche se in classifica ne restano 38 - dalla difesa nerazzurra. Altro che elmetto, la squadra di Gattuso ha potuto contare sul dis-armante svarione di Djimsiti e sull’assist di Hateboer, pegno d’amore di un Valentino tardivo. Due errori madornali, lontani dai livelli Champions. Il profumo del tè del break ad anticipare il duplice fischio, il rinvio corto in un’area piccola affollata di tiratori scelti al mercato. Licenza di uccidersi: ottenuta.
A.A.A. PORTIERE CERCASI- E poi è matematico: per stare in Serie A-A-A, la A dei primissimi posti, bisognerebbe avere in rosa almeno un portiere che sappia il fatto suo. Ma l’unica cosa che sa Berisha è che da quindici gare è preferito a Gollini. Due portieri di riserva che l’Atalanta ha alternato nella prima parte di stagione, ma ora il ruolo di primo è stato cucito addosso al numero 1. Col Diavolo in agguato e il rischio di incendio alla porta, eccolo imboccare un’uscita d’emergenza che fa scattare tutti gli allarmi. Zapata ci stava anche provando a fare la differenza sul retro e sul polacco, ma a ostacolargli il lavoro ci ha pensato Berisha. Altro che porta antipanico, la paura tra i pali regna sovrana. E se l’albanese si perde in un bicchier d’acqua e la difesa il cecchino di giornata, anche la gara non può che declinarsi allo stesso modo.
GRANATE AI GRANATA – In attesa dei risultati di oggi, la Dea deve ritornare a dominare l’Olimpo e l’Olimpico. Dimenticata questa battuta d’arresto, in manette dovranno finirci Belotti&Co. Da tenere d’occhio per tutta la partita senza fasi calanti, che martedì è attesa una Superluna. La Super Dea invece deve superare il Toro per rincorrere un sogno a cinque stelle, le stesse che sono cadute venti giorni dopo San Lorenzo. E per quel sassolino rimasto nella scarpa, fastidioso e ingombrante chiamato Milan, ci potrà ripensare il 15 maggio. Ma prima della finale di Coppa, c’è un Giglio da recidere in tripla data.