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  • Atalantamania: Milan-Ilicic, si può fare. E Donnarumma-Dea?

    Atalantamania: Milan-Ilicic, si può fare. E Donnarumma-Dea?

    • Marina Belotti
    Lancio una provocazione, visto che si parla tanto del mancino dello sloveno oltre i cancelli di Zingonia almeno quanto delle sliding doors dello Stivale.
     
    UN GENIO SENZA IDEE- Mentre Pioli fa la corte a Calha, che fa la corte ai dollari qatarioti dell’Al-Duhail,l’atalantino già di casa a Milano sogna di vestire rossonero. Per patron Percassi significa ridare il benvenuto nel portafoglio agli oltre 2,1 milioni di euro destinati al fantasista, e magari a qualche sorriso in più di mister Gasp, che di fronte a una rosa con più di 16 titolari storce il naso. E Jojo- ricordiamo che oramai va per i 34 anni- è una presenza ingombrante: in un passato che per le leggi del calcio sembra lontanissimo, non solo rientrava nei 16, non solo era sempre tra gli 11, ma era il numero 1 della Dea formato Champions. Da quei primi 20’ del 20 agosto di quasi quattro anni fa, il giocatore più incostante del mondo era riuscito a far ricredere anche gli abitanti di Palermo e Firenze, salendo in cattedra e guadagnandosi il titolo di ‘possibile candidato al Pallone d’Oro’. 149 presenze, 56 reti e 39 assist all’Atalanta. Capacedi cambiare le partite, di segnare 4 reti al Valencia, di stravolgere a San Siro quel Diavolo che ora lo vuole dall’altra parte della barricata. Quando prende in mano l’Atalanta non ce n'è per nessuno, ma quando dimentica di allacciarsi i tacchetti è un uomo in meno. La rete all’Anfield sembrava il ‘la’ a un altro sogno, ma di rinascite ce ne erano già state troppe. Sotto le Mura gli avevano dato e ridato fiducia, tra abbracci mancati, fughe in patria, sorrisi tesi e teste basse. Ma mai e mal ricambiati.
     
    MIRACOLO ILICIC- Pioli spera dunque nell’ennesimo miracolo, non riuscito a Gasperini, che ha atteso pazientemente testa e corpo di Josip per mesi e mesi e mesi? Vedremo, ma a quel 2023 del contratto nerazzurro non ci arriverà mai.Il Milan sperava non si sa come, da diretta concorrente qual è, di portarselo a pochi km da Bergamo a parametro zero. Il patron dell’Atalanta, che di conti si intende almeno quanto di calcio, si sarà messo a ridere. Il minimo, per un fantasista che vale 8 milioni e mezzo ed è ancora il più pagato della rosa, è guadagnarne almeno 8, ma si accontenterebbe anche di 7,5 con un’operazione Papu-bis. O, perché no, di trattare per un altro numero 1.
     
    SUGGESTIONE DONNARUMMA- Il portiere rapper in arte Gollorius in campo Gollini- rammaricato della non convocazione al gruppo azzurro, sfumata chissà se per quell’errorino nella gara d’andata col Real che ha portato Sportiello a rispolverare i guantoni e lui a riscaldare la panca per un poker di gare- è dato già alla Lazio. Mentre lui paga il dazio del meno forte (ma è davvero così?), Meret e Cragno vanno al Forte Village col Telepass. E proprio il portiere del Cagliari è il ricercato numero 1 della Dea, che brama anche Musso e sogna l’impossibile Donnarumma. Che in realtà qui potrebbe giocare la Champions, lottare per lo scudetto e la Coppa Italia, più (o meno) quello che faceva in via Milanello. E almeno metà dell’ingaggio glielo pagherebbe lo spogliatoio vuoto di Ilicic. Di certo a Bergamo non sarebbe soffocato da pressioni, aspettative o tifosi scontenti. Anche Buffon, dopo l’ultima giocata contro la Dea, era dato a Bergamo. Donnarumma non ha parato nulla sei giorni fa, ma il Gewiss è stato teatro della sua gara verità. Rimarrà una suggestione, ma se Questa Juve si sente in diritto di chiederlo, la stessa cosa può fare Questa Atalanta a gestione famigliare. Amica degli eventuali ‘nero-Blues Brothers’ coi guantoni. 

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