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  • Bocca: aridatece Lo Bello, il Duce

    Bocca: aridatece Lo Bello, il Duce

     

    L’introduzione degli arbitri di porta non ha portato un gran contributo alla gestione di una partita di calcio. Ha forse ridotto un po’ il numero di fallacci in area, ma non risolto le situazioni delicate. Anzi. Il paradosso di Catania-Juventus, e non solo di Catania-Juventus, è che l’arbitro e il guardalinee aveva visto giusto, mentre l’arbitro di porta ha fatto invertire la decisione, facendo sbagliare l’intero staff arbitrale.

     

    Il problema fondamentale è che l’arbitro non è più solo, non è più un dittatore che decide tutto come ai tempi del mitico Lo Bello. Per i fuorigioco si affida ai guardalinee e per quello che succede in area c’è appunto l’arbitro di porta. Alla fine l’arbitro “normale” diventa un semplice notaio. E’ la discussione che si fa da ieri. Il problema è che ci sono due filosofie diverse, la Fifa sta aprendo progressivamente alla tecnologia – per adesso quella relativa al gol non gol, il cosiddetto “Occhio di Falco” – mentre l’Uefa preferisce ancora il fattore umano, e quindi occhi e arbitri. Una partita viene pertanto gestita in questo senso da ben sei persone: se ogni decisione diventa un capannello di un minuto come quello visto a Catania è chiaro che si rischia un patatrac.

    Partendo dal principio che gli errori vanno accettati come parte integrante del gioco, è chiaro però che più il calcio diventa televisivo, più la tecnologia viviseziona la partita di calcio in milioni di frammenti singolarmente analizzabili e più questi errori spaccano, fanno discutere, suscitano veleni e polemica. Mi pare assolutamente inevitabile. Non a caso degli errori, pur gravissimi, nelle partite che non coinvolgono direttamente le big se ne parla pochissimo o addirittura per niente. Sbagliatissimo, ma umano.

    Nel frattempo si va avanti così e prima che si decida tra arbitro o moviola di danni in giro ne verranno fatti ancora parecchi.

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