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  • Bologna, Mihajlovic: 'Skov Olsen una sconfitta, giovani senza passione. Dijks? Guardi Bonucci e Chiellini'

    Bologna, Mihajlovic: 'Skov Olsen una sconfitta, giovani senza passione. Dijks? Guardi Bonucci e Chiellini'

    Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, parla in conferenza stampa alla vigilia della gara contro l'Empoli: “Vi ricordate Schouten, Svanberg, Hickey, Theate, com’erano quando sono arrivati e come sono adesso? Sono gli stessi giocatori? Direi neanche lontani parenti di quelli che erano quando sono arrivati. Io so bene quanto tempo ci vuole per adattarsi. Quando arrivai a Roma dalla Stella Rossa mi ci volle più di un anno per abituarmi al campionato italiano. Tutti i giocatori che vengono, specialmente se dai campionato minori, hanno un loro tempo ‘di maturazione’. In squadra abbiamo 19 nazionalità diverse, un mappamondo. Abbiamo preso due giocatori stranieri e perso Dominguez per l’operazione, è poi partito Skov Olsen che non gradiva più rimanere qua. Quindi ora tutto dipende da quanto tempo ci mettono questi ragazzi ad ambientarsi, ma nonostante ciò l’obiettivo rimane comunque la parte sinistra della classifica”.

    DIJKS – "La cultura di un gruppo viene data dall'esempio dei giocatori più esperti e di quelli che sono in squadra da più anni. Basta vedere la foto di Bonucci con Vlahovic: sicuramente assieme a Chiellini gli spiegheranno le regole della Juve, come e cosa deve fare. Perché in un gruppo ci sono delle regole. Mitchell è qua da quattro anni e non si è comportato in linea con l'atteggiamento che io mi aspettavo. Lui ora deve riconquistare la mia fiducia e quella dei compagni, poi dipende da lui quanto e come giocherà da qui a fine campionato".

    SKOV OLSEN – “Quella di Skov è anche una mia sconfitta, perché non sono riuscito a far uscire il suo carattere. Può sicuramente diventare forte, ma deve migliorare qualcosa caratterialmente. Io personalmente non sono riuscito a trovare la medicina giusta per lui”.

    PASSIONE E GIOVANI - "Io i giovani li ho sempre fatti giocare, e bisogna avere anche coraggio in questo. Pensando ai settori giovanili italiani, ricordo gli allenamenti dei miei figli. Gli allenatori pensano da subito ad allenare la tattica, poi arrivano in prima squadra e non sanno neanche stoppare la palla. Poi c'è il fattore genitori. Spesso capita che i genitori inducano i figli ad abbandonare la scuola pensando che possano diventare dei campioni. Ma lo sport non è questo. La passione ti trascina a fare tutto. Penso che oggi ci sia meno passione, si pensa all'obiettivo grande, già da subito".

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