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  • Bolognamania: troppe scommesse da vincere

    Bolognamania: troppe scommesse da vincere

    A pochi giorni dal primo impegno ufficiale, il terzo turno di Coppa Italia, il Bologna ha chiuso il suo precampionato con uno score da brividi. Finora infatti le uniche amichevoli giocate contro squadre professionistiche si sono chiuse coi seguenti punteggi: sconfitta 0-1 contro i greci del Kalloni ad Andalo, vittoria risicata 1-0 contro il Carpi a Sestola e netta sconfitta per 2-0 senza tirare mai in porta contro il West Bromwich Albion. C’è di che preoccuparsi e finiamola con la storia del “calcio d’agosto che non conta”, che ha già stufato: lo scorso anno ad esempio il precampionato del Bologna fu pieno di vittorie contro formazioni di terzo o quart’ordine mentre le uniche partite serie misero in mostra difficoltà che poi causarono un avvio di campionato da otto punti in dodici partite. I problemi della squadra di Pioli sono molteplici, primo tra tutti una mancanza di qualità generale che si traduce in una Diamanti-dipendenza: se gira e inventa lui, il Bologna può combinare qualcosa, altrimenti è una squadra piattissima.

    Più in generale, la squadra come ormai accade da troppe sessioni di mercato è stata costruita male e per carburare ha troppe scommesse da vincere. Andiamo con ordine e partiamo dalla porta, dove si incrociano le dita ogni volta che Curci effettua un rinvio o uno scatto visti i quattro crac muscolari della scorsa stagione. Poi, la difesa: per la prima volta da inizio stagione manca una guida conclamata (era Portanova, negli anni scorsi) e si cercano nuove certezze: il trio Antonsson-Cherubin-Sorensen ha mostrato affidabilità nella passata stagione, ma il danese è sempre a rischio mercato e sia Antonsson che Cherubin hanno passato l’estate a curarsi infortuni pesanti, mentre Natali arriva da un’annata quasi totalmente persa per un crociato. Questo in mezzo, perché sulle fasce ci sono Garics e Morleo, terzini che in serie A possono starci (ma le sicurezze sono altra cosa) e che paradossalmente andranno messi sotto teca, perché le riserve, Crespo e Abero, non sono nemmeno scommesse ma qualcosa di ben più negativo.

    A centrocampo, tutto ruota attorno alla trattativa con l’Inter per Taider: se partirà, la mediana rossoblù sarà in guai ancora peggiori di quelli in cui ha navigato nel precampionato, falle che l’innesto di Perez può provvedere a tamponare ma servirà anche altro. E, forse, un cambio di modulo con il passaggio a un 4-3-2-1 più coperto che favorirebbe, ad esempio, le qualità di Della Rocca. Questo perché finora in avanti il modulo con Kone e Christodoulopoulos larghi a sostegno di Bianchi, con Diamanti al centro, non ha funzionato: i due greci sono ancora indietro, Bianchi è una punta diversa da Gilardino e ha bisogno di cross, magari da ali che generino superiorità numerica. Cosa che i due ellenici non sono. Se Pioli, in sede di scelta della punta, aveva messo Rolando in fondo alla lista non era per antipatia, ma perché aveva caratteristiche che mal si sposavano con i giocatori già in rosa. L’ennesima scommessa da vincere per una squadra che appare fin da ora tra le più deboli del lotto, anche per l’apporto nullo che può arrivare dalla panchina.

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