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  • Bove e Pellegrini: i figli di Roma lanciano i giallorossi nella corsa Champions

    Bove e Pellegrini: i figli di Roma lanciano i giallorossi nella corsa Champions

    • GS
    Bove e Pellegrini. Pellegrini e Bove. Figli di Roma e della Roma. Nel 3-0 con il quale i giallorossi hanno regolato l’Udinese, regalandosi il 3° posto in campionato in solitaria, c’è la firma dei due ultimi discendenti della dinastia romana del club capitolino. Sembrano un lontano ricordo i fischi del De Kuip per il capitano della Roma, reo di aver fallito un calcio di rigore che, ai fini della qualificazione alla semifinale di Europa League, potrebbe risultare decisivo. L’Olimpico li acclama, li omaggia, dopo averli portati in grembo per lungo tempo. Criticati sì, come in ogni grande famiglia che si rispetti, ma quando c’è da metterci la faccia, Roma ed i romani non si tirano indietro. Ed è curioso, quanto affascinante, che a trascinare il club capitolino nella corsa all’Europa che conta, siano propri due ragazzi nati e cresciuti con la Roma e Roma nel sangue.

    IL CAPITANO – Cresciuto a Roma, nella Roma, nel segno di Totti. Lui, l’eterno capitano, la leggenda, l’ottavo re. Il prestito al Sassuolo, dopo gli anni nelle giovanili, l’hanno forgiato, plasmato, reso il centrocampista moderno di cui ora Mourinho non riesce a fare meno – sole 3 panchine in stagione in Serie A -. Simbolo della squadra, come Totti fu prima di lui. Da ispirato ad ispirazione. Il figlio di Roma che ce l’ha fatta. Lui che, sin da piccolo, quando voleva stare da solo con la sua Roma, si rifugiava al Giardino degli Aranci, ad immaginare il suo capitano parlargli. Lui che, dall’inizio del 2021, capitano lo è diventato davvero. Ed ora può ispirare la nuova generazione di romani e romanisti, pronti a dare tutto per la Roma. Uno come Edoardo Bove.

    IL FIGLIOL PRODIGO – Prima della firma d’autore, a regalare una gioia al pubblico dell’Olimpico ci ha pensato lui, Edoardo Bove, abile a capitalizzare il tap in dopo il palo su rigore di Bryan Cristante. Altro figlio di Roma e della Roma, fortemente voluto in prima squadra da Mourinho che ha resistito ad ogni richiesta di prestito pervenuta – leggasi Sassuolo -. Lui che ora ammira e segue il proprio capitano, proprio come Pellegrini faceva con Totti. Lui, classe 2002, che al primo provino pensava di non avercela fatta. Riteneva che il sogno fosse svanito: non aveva partecipato alla seconda parte della selezione. Poco male, non demorde, si iscrive ai campus estivi. Fino a quando Bruno Conti non gli rivela di esser già stato preso. Un sogno realizzato. Come il debutto in massima serie, contro il Crotone in quel maggio 2021. Lo stesso anno in cui il suo capitano iniziò ad indossare la fascia. Legami, intrecci di due romani e romanisti che stanno facendo volare la squadra della propria città. Il futuro della Roma parte da Roma.

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