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    Brasile: ecco la top 10 di tutti i tempi

    Scegliere i 10 migliori giocatori brasiliani di tutti i tempi e per di più tentare di metterli in ordine è un'operazione che rischia di apparire presuntuosa e che rasenta quasi la follia, perché è qualcosa che può essere paragonata a quella di scegliere le stelle più grandi e luminose in un cielo notturno d'estate in aperta campagna. Il calcio brasiliano rappresenta la galassia più luminosa nell'universo di questo sport, e tali e tanti sono stati i suoi fuoriclasse che è splendidamente difficile decidere chi siano stati i suoi migliori dieci. La scelta è stata fatta con un particolare mix di criteri: la bravura certo, ma soprattutto il mito, ovvero ciò che ciascuno di questi maestri ha rappresentato per ogni epoca e generazione del Brasile, sia dal punto vista tecnico ma anche e soprattutto dal punto di vista storico. Quindi non scandalizzatevi se manca gente del calibro di Rivelino, Roberto Carlos, Socrates, Djalma Santos, Falcao, Rivaldo e tanti, tanti altri ancora... 

    1. Pelé
    2. Ronaldo
    3. Garrincha
    4. Romario
    5. Zico
    6. Ronaldinho
    7. Didi
    8. Zizinho
    9. Cafu
    10. Leonidas

    1) Pelé: Quando si parla di lui bisogna andarci piano con le parole, perché si è di fronte alla perfezione calcistica e ogni aggettivo è inutile e superfluo. Fisico, tecnica, tiro da qualsiasi posizione e distanza, passaggi, colpo di testa, destro, sinistro, senso innato del gol, dribbling, fantasia, intelligenza tattica. Appunto: la perfezione… e la perfezione si sa, non ha bisogno di essere descritta a soprattutto non accetta paragoni.
     
    2) Ronaldo è stato un fuoriclasse di vasta portata, ma avrebbe potuto e dovuto essere di più. Parliamo infatti di colui che da tanti viene considerato il centravanti più forte di tutti i tempi. Nel 1996 Manuel Vazquez Montalban disse che Ronaldo toccò delle vette mai raggiunte da nessuno prima di lui, e secondo lo scrittore catalano non avrebbe mai più potuto ripetersi a quei livelli. Purtroppo si rivelò un cattivo profeta e da lì a qualche anno una serie di infortuni abbassarono di molto l'enorme potenziale di questo giocatore. All'apice della sua forma fisica è stato il giocatore più spaventoso e letale che si sia mai visto. Un giocatore bionico, talmente rapido nelle movenze che sembrava giocasse senza pallone. Con Ronaldo la velocità e la potenza venivano prima di tutto e mettevano in secondo piano una tecnica che pure era di livello esagerato. Un'opera d'arte sfregiata, ma che nonostante tutto rimane sublime.
     
    3) Garrincha per i medici non poteva giocare a calcio. Era affetto da strabismo, scoliosi e aveva le gambe a dir poco storte, con una più corta dell'altra di ben sei centimetri. In pratica non avrebbe dovuto neanche camminare, e invece seppe giocare a calcio come nessuno. Trasformò la sua debolezza in punto di forza e imprevedibilità e divenne uno dei migliori funamboli che si ricordi nella storia del calcio. I difensori non riuscirono mai a trovare un antidoto al suo dribbling, che era esasperante al punto da risultare a momenti persino umiliante; tanto che una volta un arbitro arrivò addirittura a minacciarlo di espulsione per quello che era a suo dire un atteggiamento irriverente nei confronti del suo marcatore diretto. L'angelo dalle gambe storte che nelle movenze ricordava il mitico Chaplin era uno di quei giocatori che da soli valevano il prezzo del biglietto.

    4) Romario, ovvero colui che riaccese la fiaccola del mito del calcio brasiliano dopo ventiquattro anni con la vittoria ai mondiali di USA94. Non era bello a vedersi e nemmeno prestante atleticamente, almeno all'apparenza. Era semplicemente uno dei più spietati killer d'area di rigore che si siano mai visti. Lo scatto breve, il dribbling da trottola caracollante e i suoi piedi prensili lo hanno reso un autentico incubo per tutte le difese in ogni angolo del pianeta. Anche lui come Pelè ha superato la vetta dei 1000 gol.
     
    5) Zico è stato il secondo grande incompiuto nella storia dei maestri brasiliani, il primo lo scopriremo più avanti. Era il re di quello che da molti viene considerato il Brasile più bello di sempre, quello del 1982. Una nazionale dotata di un talento illimitato, ma anche di un'incoscienza sconfortante. Zico fu una vittima inconsapevole dell'edonismo degli anni 80, che nel caso della seleçao si manifestò in una difesa di facili costumi violata per ben tre volte dal nostro Paolo Rossi. Di Zico si potrebbe dire tanto, ma forse la sequenza che lo ritrae meglio di tutte è una alla Sergio Leone. Lui che a un certo punto del secondo tempo della partita contro l'Italia, esasperato dalla marcatura selvaggia del nostro Gentile, prende il pallone davanti alla sua area di rigore e si fa una passeggiata di venti metri camminando lentamente e indisturbato verso la nostra porta, come un pistolero che da un momento all'altro è pronto a far fuoco, senza che nessuno dei nostri centrocampisti gli vada incontro preda com'era del sacro terrore che chiunque in quegli anni aveva di lui. La sua partita di addio al Maracanà nel 1990 fu una sorta di funerale sportivo al quale presero parte in 140.000 e molti di questi piangevano...

    6) Ronaldinho rappresenta la tautologia del calcio verdeoro, il brasiliano più brasiliano di tutti. E' stato senza ombra di dubbio il giocatore più spettacolare nella storia del calcio moderno. Con lui abbiamo avuto la versione 2.0 di Rivelino. Infatti O Gaucho riprese e perfezionò il mitico elastico del suo baffuto antesignano. Sembra una bestemmia, ma neanche Maradona è riuscito a raggiungere le vette rappresentate dalla maestria dei suoi numeri. A proposito del Pibe de Oro, rimase indelebile nella memoria di tutti, l'immagine di Diego che in ben due occasioni, dopo un lungo e sincero abbraccio prende la mano del Gaucho e la bacia inchinandosi leggermente. I suoi trucchi col pallone semplicemente ineguagliabili, erano dei veri e propri giochi di prestigio, con la differenza però che rispetto al Freestyle venivano effettuati nel corso di una vera partita. La fantasia non ha mai avuto un amante più passionale di questo, il suo ciclo però è durato poco, come tutte le cose stupende del resto...

    7) Didi, era soprannominato Mister Footbal ed era l'eleganza fatta persona. Il suo fisico asciutto e scolpito, il collo lungo e le spalle dritte unite a delle movenze da ballerino, gli conferivano l'aspetto di un vero e proprio principe che dettava la manovra del Brasile del dopoguerra. Probabilmente è stato il giocatore più elegante nella storia di questo gioco (anche più di Zidane) e non a caso fu nominato miglior giocatore del torneo ai mondiali di Svezia 1958. L'archetipo del calciatore nero brasiliano presente nell'immaginario collettivo dei tifosi di ogni epoca è stato creato da lui, prima ancora di Pelè.
     
    8) Zizinho come Zico, (evidentemente la Z non ha portato bene a nessuno dei due) è stato il primo grande incompiuto tra i maestri del Brasile. In pochi lo conoscono, ma siamo di fronte a uno dei geni del calcio verdeoro. La Gazzetta dello sport nel 1950 lo paragonò a Leonardo da Vinci, ed è stato il giocatore al quale Pelè si è sempre ispirato. Zizinho infatti come O Rei è stato un giocatore completo, capace di giocare ovunque dalla mediana fino alla linea d'attacco. Come Pelè sapeva fare praticamente tutto, era dotato di un dribbling elegantissimo che si basava su uno strano movimento del bacino che disorientava ogni volta l'avversario di turno. In un certo senso è stato proprio lui l'inventore del Futebol Bailado. E' stato il miglior giocatore del mondiale 1950, quello del Maracanazo, e proprio per questo motivo nessuno in Brasile si ricorda di lui.
     
    9) Cafu è l'unico difensore di questa speciale classifica, ma era impossibile non sceglierlo. Primatista assoluto di presenze con la maglia della seleçao (142) e capitano per ben sei anni. Meno spettacolare di Djalma Santos e meno offensivo di Roberto Carlos, rappresenta il giusto mix tra i due, inoltre è stato il più continuo, costante e longevo. Quattro campionati del mondo, tre finali consecutive, due mondiali vinti e 15 anni di militanza nella Seleçao fanno di Cafu il difensore più rappresentativo del calcio verde oro. Di lui rimarrà per sempre indimenticabile il sorriso perennemente stampato sulla bocca, e il sombrero irridente con il quale per ben tre volte umiliò un certo Pavel Nedved

    10) Leonidas. Chiudiamo questa speciale top10 con quello che è stato considerato il primo vero crack nella storia del calcio brasiliano e che incarna alla perfezione lo spirito di quella scuola, soprannominato “diamante nero” per la purezza della sua tecnica e l'abilità nel dribbling, era un magnifico esecutore della rovesciata e alcuni credono che ne sia stato addirittura l'inventore. Fu il capocannoniere ai mondiali del 1938, dove con i suoi gol distrusse il mito del calcio danubiano; in semifinale la superbia del suo allenatore ci salvò da una probabile eliminazione non schierandolo nella partita contro l'Italia, per risparmiarlo per una finale che tutti i brasiliani consideravano più che certa, tanto che prenotarono l'aereo con diversi giorni di anticipo. Quell'aereo non fu mai preso perchè furono i nostri azzurri, in treno, a dirigersi a Parigi. Ma questa è un'altra storia...

    Antonio Martines


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