Bresciamania: Quando il calcio unisce pensieri e riflessioni
Il pensiero del presidente del Brescia è il medesimo di tanti giocatori della rosa di Diego Lopez. Lo stesso allenatore, rimasto in città, starebbe pensando di cambiare aria, di tornare in Sudamerica avvicinandosi alla famiglia. La paura è dilagante e contagiosa. Mario Balotelli, leader dello spogliatoio, non ha fatto mistero di essere seriamente preoccupato, di soffrire come tutti i bresciani per questa tragica epidemia, di mettere il calcio il secondo piano rispetto alla vita. Così la pensano anche molti compagni i quali più con gli atteggiamenti che con la voce hanno dichiarato guerra al coronavirus cercando rifugio negli affetti, trascurando il lavoro. E’ il caso di Romulo volato in Brasile, di Sabelli andato a Bari e di capitan Gastaldello tornato a Siena.
Il pensiero di Cellino e dei giocatori è lo stesso dei tifosi. Mai come in questo momento storico società squadra e tifosi sono sulla stessa lunghezza d’onda, sulla stessa barca che rischia di affondare. E se il calcio può essere veicolo di speranza e di messaggi importanti, può essere l’Arca di Noè allora anche i tifosi volentieri salgono a bordo piangendo gli amici e i famigliari scomparsi. Il tifo, gli spalti, la contestazione ad una squadra che fino ad ora ha deluso sul campo possono aspettare. E aspetterà ancora perché fino a quando questo dolore non sarà sopito i tifosi non torneranno in curva a tifare. "Troppi morti, troppo dolore: noi stiamo a casa"