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  • Calcioscommesse, Iacopino:| 'Pago più dei farabutti'

    Calcioscommesse, Iacopino:| 'Pago più dei farabutti'

    L'ex capitano del Monza Vincenzo Iacopino è tornato a parlare dopo essere stato condannato a 3 anni e 6 mesi in primo e secondo grado per la vicenda del Calcioscommesse. L'ex giocatore di Sampdoria, Empoli e Albinoleffe nei giorni scorsi ha presentato ricorso al Tnas e a Monza-News ha spiegato come sono stati questi ultimi mesi.
     

    - Vincenzo, partiamo dalle tue giornate: come le occupi?
    "Il primo pensiero va sempre al processo, in questi mesi siamo alla ricerca della verità. il mio obiettivo da quando mi sveglio è questo. Stiamo ancora cercando di capire, io e miei avvocati continuiamo a lavorare per cercare di far emergere la verità"

    - Cosa emerge dagli atti?

    "La mia totale estraneità. E questo è quello che mi fa più rabbia".

    - Entriamo nello specifico di quella partita in cui sei stato coinvolto: Cremonese-Monza 2-3 in coppa Italia. Che cosa ricordi di quella gara?
    "C'era stato il cambio di allenatore, erano arrivati Tammaro e Monguzzi. Venne messa in campo la migliore formazione per vincere la partita. Mi feci male, uscii al 60'. L'altro mio compagno coinvolto (Alberti, ndr) è uscito anche lui sull'1-1. Dunque qualcuno mi spieghi come potevamo combinare una partita se entrambi usciamo a risultato non ancora acquisito".

    - Anche perchè tu nel contratto avevi un premio-gol...

    "Esatto, se avessi davvero deciso di partecipare a questa presunta combine, non credi che come minimo avrei chiesto di segnare almeno una rete?”.

    - Quella partita però ebbe un andamento strano a livello di cambiamento di quote live durante la gara...
    "Non mi sono mai interessate le quote, non sono mai entrato in una ricevitoria e non sapevo nemmeno cosa fosse un over-under" fino a quando sono stato tirato ingiustamente in ballo".

    - Parli in prima persona, ma metteresti una mano sul fuoco sui tuoi ex compagni?
    "Io parlo solo per me stesso in questo momento, è giusto che ognuno porti avanti le proprie differenti difese e posizioni. Sto cercando in ogni modo di dimostrare la mia innocenza".

    - E non hai mai avuto il sentore di comportamenti sospetti?

    "No, perche se avessi sospettato qualcosa, avrei "attaccato al muro" un mio compagno".

    - Prove in mano degli inquirenti?
    "Zero. E questo è stato detto dalla Procura stessa. Gervasoni ha detto di aver sentito da Stefani (allora entrambi giocatori della Cremonese, ndr) che due, tre giocatori del Monza erano disponibili a combinare la partita. Io sono stato poi condannato per una possibile attività di proselitismo di Fiuzzi nei miei confronti. Dalle carte mi accusano ingiustamente solamente perchè amico e conterraneo di Fiuzzi".

    - Eppure c'era un documento che di fatto ti scagionava...

    "Il 7 maggio, i tre viceprocuratori di Palazzi avevano di fatto scritto nella loro relazione che non c'erano elementi contro di noi, ma probabilmente il procuratore Palazzi non ha letto sicuramente le carte perchè il giorno 8 mi ha deferito. in 24 ore non si può aver letto la relazione e poi aver scritto il deferimento di 350 pagine. E ricordo anche che io in Pisa-Monza non sono mai stato coinvolto, a differenza invece di quanto uscito in maniera confusionaria successivamente".

    - Il Monza ti è stato vicino?
    "Seedorf non l'ho mai sentito, ma avrei sperato che la dirigenza del Monza ricorresse al Tnas probabilmente avrebbero avuto un ulteriore sconto sulla penalizzazione. I dirigenti sanno bene cosa c'è scritto nelle carte!"

    - Oggi sei un giocatore che sogna ancora?

    "Si certamente, voglio indossare la maglia del Centenario del Monza, almeno una volta. Voglio uscirne a livello umano per me e per la mia famiglia. Io vado in giro ugualmente a testa alta, sono venuto alla festa del Centenario e al Brianteo. Per metterci la faccia, per far capire che Iacopino non si deve nascondere".

    - E il momento in cui provi più amarezza?
    "In questa vicenda, a sapere che dei farabutti hanno preso molti meno mesi di squalifica di me che sono innocente. Le scritte fuori da casa mia ("Iacopino fuori dai cogl.." è stato scritto sui muri", ndr) fanno male. Ma la mia carriera, sempre dignitosa, non può chiudersi così, in questo modo. Farò di tutto per dimostrare la mia innocenza, se anche il Tnas mi dovesse dare torto, andrò alla Corte di Giustizia dell'uomo. Ho in mente un centro sportivo in Brianza, ma in questo momento ho altre priorità".

    - Vuoi aggiungere qualcosa a questa intervista?

    “Si. Partendo dal presupposto che, nella giustizia sportiva, perché si possa individuare la responsabilità del soggetto incolpato in relazione ad una violazione disciplinare, non è necessaria la certezza assoluta circa la commissione dell’illecito, né il superamento del ragionevole dubbio come accade nel diritto penale, ed è invece sufficiente una valutazione di carattere superiore alla semplice probabilità basata su indizi gravi precisi e concordanti tali da fare acquisire una ragionevole certezza .... allora dico, con un sacco di incongruenze emerse dagli atti, con una relazione d’indagine che dice che non esistono riscontri di nessun tipo,quindi non esistono nemmeno indizi gravi, precisi e concordanti, come è possibile essere arrivati al terzo e ultimo grado di giudizio?”


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