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  • Catania, il meglio e il peggio del 2012

    Catania, il meglio e il peggio del 2012

    IL MEGLIO

    La società - Voto 9. I risultati conquistati dal Catania in questo campionato rispecchiano certamente quanto di buono è stato fatto dalla società rossazzurra in questo ultimo semestre. Il 'nuovo Catania', come lo definisce con orgoglio l'amministratore delegato Sergio Gasparin, ha avuto l'arduo compito di riorganizzare gran parte dell'assetto dirigenziale e dello staff tecnico, e lo ha fatto a tempo di record superando ogni più rosea aspettativa, partendo dalle idee chiare del punto fermo della società rossazzurra, il presidente Pulvirenti, e passando per la conferma dell'ossatura della rosa che nella scorsa stagione aveva già sbalordito tutti e che quest'anno finora ha addirittura fatto meglio dell'anno passato.

    Francesco Lodi - Voto 8.5. Eccezionale anche la sua annata, il giocatore merita certamente di andare sulla piazza d'onore per l'umiltà con cui si è messo in discussione sin da quando è arrivato a Catania, e che ha sicuramente trovato i suoi frutti nel 2012, al punto da essere considerato a lungo tra i papabili per il ruolo di vice-Pirlo agli scorsi Europei in Polonia e Ucraina, prima di provare la delusione di non essere contattato da quel Prandelli da cui attendeva con ansia solo una conferma. Questo però non ha affatto scoraggiato il numero 10 rossazzurro, anzi lo ha probabilmente caricato ulteriormente, com'è nel suo stile, e oggi non esiste partita in cui Lodi non sia determinante e nella quale non sia il vero direttore d'orchestra del gioco del Catania.

    Giovanni Marchese - Voto 8. Merita di salire sul podio per la grande serietà e l'impegno con cui scende in campo in ogni occasione, pur non avendo ancora firmato il rinnovo con il Catania. Una vera spina nel fianco di tutte le difese avversarie. Certamente anche la società ha fatto il suo, avendo puntato sulla sua professionalità e decidendo di mandarlo in campo malgrado il contratto in scadenza, spianando la strada a quel prolungamento che probabilmente arriverà a giorni. C'è chi dice poi, se vogliamo anche a ragion veduta, che pure lui meriterebbe la Nazionale almeno quanto i colleghi di reparto che attualmente indossano la maglia azzurra.

    IL PEGGIO

    Maxi Lopez - Voto 5. Pur essendo comprensibile per le sue grandi e rispettabilissime ambizioni, non è piaciuto affatto per la sua ferma e dichiarata volontà di non voler tornare a Catania, anche in caso di assenza delle offerte che cercava a giugno, al punto di valutare le proposte di squadre sicuramente meno forti del nostro campionato, come ad esempio il Bologna, prima di passare alla Sampdoria, che ad onor del vero con lui in forma andava a gonfie vele. 

    L'addio di Lo Monaco - Voto 4.5. Nessuno discute e potrà mai dimenticare le tantissime cose positive fatte dall'ex amministratore delegato nei suoi otto anni di lavoro a Catania, e sicuramente la sua 'separazione' dal presidente Pulvirenti ha ferito e provocato dispiacere anche ai più scettici. Il distacco, però, avrebbe dovuto avere certamente toni diversi e meno eclatanti, evitando magari quelli troppo accesi di quella conferenza stampa di fine aprile con cui annunciò il suo definitivo congedo dalla piazza etnea.

    L'addio di Montella - Voto 4.5. Il suo trasferimento è stato ritenuto come l'unica cosa che l'attuale allenatore della Fiorentina non ha gestito in modo eccellente, nel suo periodo sulla panchina del Catania. Sia chiaro: l'aeroplanino è già un grandissimo allenatore e di sicuro in futuro si parlerà di lui ancor più di adesso. Il suo lavoro a Catania è stato splendido, perchè ha dato una mentalità che oggi è stata ripresa e addirittura migliorata da Maran. Anche il suo addio però doveva avvenire in modo diverso, poichè sembrava chiaro che avrebbe deciso di andar via da Catania solo per la Roma, avendo lasciato intendere questo in modo abbastanza evidente. E' andata in un altro modo, e probabilmente anche lui si è accorto di aver commesso qualche piccolo errore in questa vicenda, ammettendo di aver forse sbagliato a fare qualche dichiarazione avventata e per lui del tutto inconsueta, quando si era trovato ad un passo dal suo ritorno sulla panchina della Roma

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