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  • Che fine ha fatto? Javi Moreno, 'El Raton' che stregò l'Europa e il Milan: il 'gordo' e le accuse di doping

    Che fine ha fatto? Javi Moreno, 'El Raton' che stregò l'Europa e il Milan: il 'gordo' e le accuse di doping

    • Alessandro Di Gioia
    Javier Moreno Varela, nato a Silla, nella comunità valenciana, il 9 ottobre 1974, ex attaccante spagnolo: più semplicemente, per gli amici milanisti e non solo, Javi Moreno, "El Raton". Il curioso caso di questa punta dal fisico particolare e dal vizio del gol (temporaneo) comincia a Barcellona: pare la classica favola del ragazzo che arriva dalla provincia spagnola, carico di sogni e di belle speranze, e partendo dal nulla arriva alle stelle. Giovanili nella cantera blaugrana, poi il trasferimento al Cordoba prima e al Yeclano dopo: ma Javito non convince, gioca poco e non segna mai. Attaccante atipico, dal fisico rotondetto, un po' fragilino e non dotato di una tecnica eccellente, la favola sembra già finiTa prima di cominciare. Ma non è così, il destino gli riserva tutto un altro percorso: e il destino, per Javi Moreno, si chiama prima Numancia, e poi, soprattutto, Alaves.

    ALAVES: NELL'OLIMPO DEI GRANDI - 
    Durante la stagione 1998-99 le cose iniziano a cambiare: il Numancia, serie B spagnola, decide di puntare su di lui, e viene ampiamente ripagato, con 18 reti in 38 presenze, che valgono al club castigliano la promozione nella Liga. Il Deportivo Alaves, club basco di Vitoria-Gasteiz, nel quale all'epoca giocavano buoni calciatori come Cosmin Contra (anch'egli poi sfortunato milanista), Miroslav Tomic (una parentesi nella Roma), Jordi Crujff (figlio di Johann) e gli argentini "Pulpo" Astudillo ed Hermes Desio, rimane folgorato da Javi Moreno. Accostare quell'attaccante un po goffo, con una strana pancia e la faccia da topo (da qui il soprannome "El Raton") a quel club provoca però un effetto assolutamente inaspettato, come mettere il fuoco di fianco alla benzina: 30 reti in 71 presenze, l'Alaves che si qualifica per la Coppa Uefa nella stagione 1999-2000, dove Javi si attira l'interesse di mezza Europa, realizzando 6 reti in 8 partite. I baschi arrivano addirittura in finale, contro gli inglesi del Liverpool, che vincereanno la sfida ma in un match combattutissimo: termina 5-4 per i Reds di Gerrard, Owen ed Heskey, Javi Moreno si fa notare realizzando una doppietta e ricevendo al termine del match gli applausi di tutto il Westfalestadion di Dortmund.

    MISTER 32 MILIARDI Il terzo posto nella classifica dei marcatori della Liga (dietro a Raul e Rivaldo) e la fantastica stagione europea convincono l'anno dopo Galliani che "El Raton" possa essere l’acquisto giusto per fare da vice al nuovo arrivato Pippo Inzaghi: i baschi sono costretti a cederlo, di fronte ad un' offerta "monstre" da 32 miliardi di lire e uno stipendio di 5 miliardi all'anno per 3 anni che sbaragliò persino il suo vecchio club, il Barcellona, interessato a riprenderselo. Ma le cose non vanno nel modo in cui Javi e tutti i tifosi del Milan speravano: Inzaghi si fa male subito, Javito gioca molto ma fatica a trovare la via del gol, anche se tutti sono convinti delle sue potenzialità e continuano a dargli spazio. Addirittura la nazionale spagnola lo convoca per farlo esordire con le Furie rosse: piano piano però, complice anche un inizio di stagione non fortunato per i colori rossoneri, che vede l'esonero di Fatih Terim e l'arrivo di Carlo Ancelotti, il pubblico milanista e gli stessi compagni di squadra del Raton iniziano a stufarsi di lui, visto anche il carattere difficile della punta. Addirittura il difensore danese Martin Laursen passò l'intera settimana del derby a bersagliarlo con una serie di interventi omicidi, nel tentativo di fargli saltare la stracittadina. Solamente 2 reti in campionato, entrambe contro il disastrato Venezia, e un litigio con la curva del Diavolo, rea di non supportarlo a dovere, 3 in Coppa Uefa, inutili per il risultato finale, e 2 in Coppa Italia contro la Lazio; proprio contro i biancocelesti si vide l'unico sprazzo degno di un grande giocatore, con una punizione magistrale calciata al 90', che portò il Milan a passare il turno, e lo spagnolo a mettersi le mani dietro le orecchie nell'esultanza in segno di sfida verso il popolo rossonero: ma non basterà, a fine stagione il difficile periodo italiano termina bruscamente.

    TRA SPAGNA E INGHILTERRA - Javi Moreno è costretto a fare le valigie e cambiare aria: torna in patria tra le file dell'Atletico Madrid di Jesus Gil, dove rimane per due anni con il povero bilancio di 5 reti in 29 gare. Suscita grande curiosità nel mondo del calcio il prezzo che il Milan riuscì a scucire all’Atletico: ben 25 miliardi per un giocatore già finito alla tenera età di 27 anni. "El Raton" dell'Alaves non esiste più: espatria prima in Inghilterra nel Bolton, dove colleziona solo 8 presenze e nessun gol. Viene licenziato prima del termine della stagione e rispedito in Spagna, al Real Saragozza: anche qui bilancio misero, 4 reti in 18 partite. Rinasce e ritrova un po' di pace a Cordoba: tra Segunda Division e Liga mette a referto 48 reti in 98 presenze, 3 anni in cui Javito torna a sorridere, anche se le premesse e le speranze erano ben diverse, e lui lo sa, lo si vede dalla malinconia con la quale ormai gioca. Termina la carriera nell'Eivissa-Ibiza, squadra dell'isola, che oggi non esiste nemmeno più.

    ORA ALLENA - Abbandonato il calcio giocato nel 2010, ha allenato il CD Utiel, squadra in cui hanno militato il papà, morto nello sfortunato periodo milanista, e il nonno, prima di passare all'Alcorcon, in Segunda Divsion. Ha bei ricordi di Maldini e Gattuso e pensa di aver sbagliato a lasciare il Milan, perché il secondo anno sarebbe andato meglio. Si è pentito delle accuse di doping rivolte al club dopo il suo ritorno in Spagna, parole pronunciate solo per "la tristezza del fallimento". A Milanello, ancora oggi è impossibile non ricordarsi di quell'attaccante con le movenze da topo, che non riusciva a dimagrire perché mangiava la pasta accompagnata dal pane e che provò in tutti i modi a conquistare i suoi tifosi a suon di gol: ma purtroppo, si sa, non tutte le favole hanno il lieto fine.

    @AleDigio89

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