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  • Che fine ha fatto Piatek?

    Che fine ha fatto Piatek?

    • Gianluca Gennai
    Da mezzo sconosciuto ad autentico spacca partite, che fine ha fatto il più discusso e controverso pistolero della Serie A? Ripercorriamo insieme la parabola dell’ex numero 9 rossonero, passato dall’essere il possibile erede di Shevchenko a quasi seconda scelta all’Hertha Berlino.

    GLI INIZI - Dopo aver mosso i primi passi nello Zagłębie Lubin e nel KS Cracovia - squadra con la quale riuscirà ad imporsi siglando ben 32 gol in 63 partite e risultando il terzo marcatore migliore del campionato 2017-2018 – sbarca al Genoa, proprio sotto la guida di Davide Ballardini. La partenza del polacco è da urlo, con il malcapitato Lecce che in Coppa Italia viene travolto dal poker del numero 19 rossoblù che diventa così il primo giocatore del Grifone a segnare quattro gol in questa competizione. Non tarda ad arrivare anche il primo gol in serie A, nella partita d’esordiocontro l’Empoli e subito dopo la prima doppietta contro il Sassuolo. Le prestazioni crescono di livello di giornata in giornata, arrivando ad eguagliare campioni del calibro di Ezio Pascutti e Gabriel Omar Batistuta che, come lui, avevano segnato in tutte le prime sette giornate di campionato.

    CROCE E DELIZIA - Mezza Europa parla di lui, tutti lo vogliono, Preziosi fiuta la plusvalenza e decide di cederlo al Milan per la “modica” cifra di 35 milioni di euro. Il comprensibile entusiasmo dei tifosi rossoneri viene subito ripagato dal nuovo centravanti che, in Coppa Italia contro il Napoli, sigla la prima doppietta con la sua nuova maglia e, a suon di PUM PUM PUM con tanto di coro dedicato dai tifosi milanisti, conquista la fiducia dell’ambiente. Concluderà il suo primo anno in Italia con la bellezza di 30 reti in 42 partite, non proprio numeri da novellino. L’ambizione cresce e la voglia di prendersi il Milan pure, scegliendo quindi la maglia n. 9 per la sua seconda stagione all’ombra della Madonnina e agli ordini di Giampaolo. Ma si sa, la maledizione della 9 rossonera non risparmia nessuno e - nonostante le esuberanti e convincenti premesse – accompagnerà il Pistolero verso un lento quanto inesorabile declino (complice anche l’arrivo di Ibrahimovic), culminato con una sbrigativa cessione al suo attuale club di appartenenza, l’Hertha Berlino.

    E ADESSO? - Il primo gol con la squadra tedesca lo sigla il 4 febbraio 2020 nella sfida interna contro lo Schalke 04, poi persa per 3-2 ai supplementari, mentre si sbloccherà in Bundesliga contro il Fortuna Düsseldorf timbrando il definitivo 3-3 su rigore. Attualmente è fermo a quota 5 gol in 21 partite, un bottino non da lui, specie se si considerano le doti sfoggiate in Italia e in patria, motivo per cui si era parlato di un possibile ritorno proprio nel nostro paese nel corso del mercato invernale appena conclusosi. L’impressione è di essere di fronte ad un giocatore dall’enorme potenziale, bisognoso di un ambiente a lui congeniale per esprimersi al meglio. La storia del calcio lo conferma: è facile (per così dire) esplodere, difficilissimo trovare quella continuità necessaria per imporsi ad alti livelli. Piatek ha tutte le carte in regola per diventare un grande giocatore, il tempo è dalla sua, la tecnica non gli è mai mancata e, nonostante le polveri bagnate degli ultimi tempi, il Pistolero tornerà a sparare.

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