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  • Chelsea: per lo 'scienziato' Tuchel due obiettivi da non fallire. Per Abramovich non c'è più tempo da perdere

    Chelsea: per lo 'scienziato' Tuchel due obiettivi da non fallire. Per Abramovich non c'è più tempo da perdere

    • Benedetta Panzeri
    Sembrava vicinissimo ai Blues già nell'agosto 2017, quando l'esperienza di Antonio Conte era ai titoli di coda. Il suo momento dovrebbe essere arrivato ora, tre anni e mezzo dopo, nel momento clou di una stagione che ai tifosi ha regalato ben poche gioie: Thomas Tuchel è a un passo dal Chelsea, il club che dal 2003 - ovvero dall'inizio dell'era Abramovich - ha speso oltre 110 milioni di sterline soltanto per licenziare allenatori, da Ranieri a Mourinho (due volte), passando per Ancelotti, Benitez e lo stesso Conte, per cui sono andati in fumo quasi 30 milioni.

    PRENDERE O LASCIARE - Il magnate russo, del resto, ha dimostrato più volte di non gradire più di tanto le mezze misure. Così come Marina Granovskaia, una da "prendere o lasciare" (meglio prendere), a cui nella mattinata di ieri è stato dato mandato di convocare Lampard all'ora di colazione per comunicargli la decisione dell'esonero, per poi contattare l'ex allenatore del PSG e affidargli una nave fuori rotta, a rischio naufragio, nonostante la vittoria della sera precedente in FA Cup contro il Luton, squadra di seconda divisione inglese. Un compito per cui evidentemente Allegri non è stato ritenuto pronto. 

    DUE RICHIESTE - Come conferma la stampa d'oltremanica, a Tuchel saranno chieste due cose, senza troppi giri di parole. Primo: ritrovare subito la via del successo, per portare il Chelsea almeno in zona Champions. Secondo: (ri)lanciare quanto prima i suoi giovani connazionali Havertz e Werner, gli investimenti maggiori del club londinese nell'ultima finestra di mercato (135 milioni di euro in due) che in Inghilterra sembrano essersi trasformati improvvisamente in due flop. È stato proprio il secondo, almeno indirettamente, a condannare Lampard all'esonero: Ambramovich non ha proprio digerito il suo errore dal dischetto in FA Cup, visto come lo specchio di una squadra ormai priva di "confidenza", traslitterando il termine inglese che racchiude tanto il concetto di "sicurezza in sè, nei propri mezzi", quanto quello di "fiducia", in questo caso nell'allenatore, nei compagni; quella stessa fiducia che forse alcuni bianconeri avevano perso con Allegri, tanto da convincere la società a provare una nuova strada.

    LO SCIENZIATO - Tuchel è stato individuato come il profilo migliore per la causa del Chelsea: descritto come un "freddo scienziato", quasi un "luminare dello sport" per via delle sue esperienze universitarie, il 47enne tedesco ha mosso i suoi primi passi da allenatore portando per due volte in Europa il Mainz, da tempo tra le peggiori squadre della Bundesliga per ricavi, prendendo poi le redini del Borussia Dortmund orfano di Klopp e rivoluzionandone l'impianto di gioco grazie anche ai suoi studi di tattica. Più volte l'ex PSG ha indicato come fonte di ispirazione Guardiola, apprezzandone la capacità di spingere i suoi campioni al pressing e al recupero del pallone, oltre che la maniacale attenzione ai dettagli, a partire da quelli più banali.

    I CONNAZIONALI - Sempre tra i gialloneri Tuchel ha saputo valorizzare al meglio uno come Weigl, altro suo connazionale, tra i pochi acquisti portati a termine dal Borussia Dortmund nella finestra di mercato successiva all'addio a Klopp: a soli 20 anni il giovane tedesco si era immediatamente imposto nel centrocampo della squadra, a differenza dei già citati Havertz e Werner che hanno fatto storcere il naso a non pochi tifosi dei Blues, forse anche a causa delle scelte tattiche di Lampard. Tuchel, come dicevamo, avrà il compito di "recuperarli" subito, di trovare subito la loro giusta collocazione in campo: Abramovich non ha più tempo per aspettarli, come un Dybala o un Douglas Costa con un Allegri qualsiasi.

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