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  • Chirico: 'La Juve ha sbagliato a farsi 'ricattare' per tre anni da Dybala. Bastava metterlo fuori rosa per cederlo'

    Chirico: 'La Juve ha sbagliato a farsi 'ricattare' per tre anni da Dybala. Bastava metterlo fuori rosa per cederlo'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Un gol, un altro mancato di poco, un assist non sfruttato da Vlahovic, una prestazione complessiva di ottimo livello. Il piccolo show contro il fanalino di coda Salernitana non è stato però sufficiente a Paulo Dybala per far cambiare opinione alla Juventus sul rinnovo di contratto. Che non ci sarà. Come sancito in modo definitivo nell’ultimo incontro alla Continassa. Un’ora e mezza abbondante di colloquio, senza il presidente Agnelli (pure questo avrà voluto dire qualcosa), per riferire chiaramente al suo pseudo procuratore - nella vita, concessionario d’auto - di non avere più intenzione di proseguire il rapporto, soprattutto alle cifre chieste dal giocatore. Libero ora di accasarsi dove vuole, come gli era già stato comunicato dall’ad Arrivabene in una call dello scorso dicembre. Intenzioni riconfermate a quattr’occhi lunedì.

    La Juventus ha sbagliato a liberarsi di uno dei giocatori più talentuosi della sua rosa? Ha sbagliato a non definire questa situazione negli anni precedenti, quando avrebbe potuto incassare ancora una discreta somma anziché perderlo adesso a zero. Ha sbagliato a farsi ricattare da Dybala quando, tre estati fa, lo aveva già ceduto al Manchester United scambiandolo con Lukaku e – subito dopo – al Tottenham per una 70ina di milioni, col giocatore che rigettò entrambe le destinazioni e puntò i piedi per restare. Sarebbe bastato metterlo fuori rosa (come fatto ingiustamente con Mandzukic) e sfruttare la successiva finestra invernale per provare a rivenderlo, e ,magari , raggranellare qualche decina di milioni da mettere a bilancio. A quei tempi Dybala aveva 26 anni, e la società (non solo Paratici) era entrata nell’ordine di idee di cederlo.

    Tre anni dopo, quando Ronaldo decise di andarsene, il cambio di rotta: al centro del progetto della nuova Juventus viene messo proprio l’argentino. Messo sul mercato a 26 anni, rilanciato a 29. Qualcosa non tornava. Considerando pure la cartella clinica del giocatore, costellata da continui infortuni: soltanto nelle ultime 2 stagioni si era fermato ai box per 213 giorni (covid escluso). Avrebbe mai potuto una società oculata puntare ancora su un giocatore non più in grado di dare garanzie sul proprio stato di salute? No. Infatti , per come è andata a finire la storia, quel cambio di programma si è rivelato una bufala. O, se preferite, una finta.

    Altrettanto quanto quella dei “motivi burocratici” causa dei continui rinvii della firma, dopo l’accordo raggiunto ad ottobre tra le parti . Il motivo era l’impossibilità dell’agente di Dybala di poter esercitare la procura del giocatore non possedendo l’abilitazione. Arrivata poi a metà gennaio di quest’anno, ma di fatto non in grado di sbloccare la situazione. Perché alla Juventus non erano disposti a trattare un rinnovo così importante e impegnativo con un rappresentante neanche riconosciuto dalla FIFA. Soprattutto perché , dopo quell’incontro di ottobre, c’era stato un ripensamento e presa la decisione di non investire più su un calciatore bravo ma fragile, oltre che - rendimento alla mano - raramente decisivo nelle gare che contano. La finale di Champions a Cardiff, tanto per citarne una. Il non avergli proposto nemmeno un rinnovo a scendere conferma quanto la scelta societaria sia stata netta e definitiva.

    Si è virato su Vlahovic, di 7 anni più giovane, affamato di vittorie e fisicamente integro. E qualcun’altro ancora arriverà. “Perché alla Juventus si fanno scelte per il bene della Juve”. Dove sono stati ceduti dei palloni d’oro e si è continuato a vincere lo stesso. Dybala non ha né palloni né scarpe d’oro, solo tanto talento espresso ad intermittenza. Sette anni per sperare nel salto di qualità sono stati anche troppi.

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