Calciomercato.com

  • Coco: 'Per le mie foto nudo Galliani pagò 36 milioni'. Le fidanzate, Manuela Arcuri e la sigaretta al Manchester City...

    Coco: 'Per le mie foto nudo Galliani pagò 36 milioni'. Le fidanzate, Manuela Arcuri e la sigaretta al Manchester City...

    Francesco Coco, ex di Milan, Inter e Barcellona si racconta al Corriere della Sera: «Ho voluto bene a Manuela Arcuri ma è finita perché avevamo sempre i paparazzi addosso. Ho aiutato tanta gente e un amico mi ha fregato»

    Francesco Coco aveva 30 anni quando a un provino del Manchester City si presentò con una sigaretta tra le dita. Ma le sembrava una cosa possibile?
    «Fu una innocente bravata. Mi divertivo, ecco. Ma poi lavoravo e guadagnavo senza far del male a nessuno. E me ne fregavo delle voci su di me. A un certo punto ho smesso per riappropriarmi della vita: non poter uscire, non poter andare a mangiare una pizza senza avere i paparazzi alle spalle, iniziava a pesarmi. Noi calciatori eravamo come rock star».

    Dica la verità, quante fidanzate ha avuto?
    «Poche. Avevo tante amiche però. Samantha de Grenet una delle più care, per il mondo stavamo insieme».

    Manuela Arcuri, l’amore vero?
    «Manuela era la mia fidanzata. Non siamo stati insieme tanto tempo, un anno e mezzo, ma per tutte le volte che ci hanno fotografati è sembrata un’eternità. Eravamo giovani e non potevamo vivere il nostro amore in libertà. È finita anche per questo. Le ho voluto molto bene e sono contento che si sia sposata e sia anche mamma».

    Le sue foto in barca nudo finirono nelle mani di Fabrizio Corona...
    «Quelle mie foto nudo in barca non le ho mai viste, non so quanto le pagò Galliani, per non farle uscire sui giornali. So però che mi tolse dallo stipendio 36 milioni (di lire, ndr) e gli avevo detto: “Per me possono diventare pubbliche”. Non ho mai rinnegato nulla, figurarsi una giornata goliardica con amici. Cosa c’era di male?».

    Galliani scoprì altre sue bravate.
    «Si arrabbiò moltissimo quando facevo il militare. Chiesi un permesso per poche ore e rientrai in caserma due giorni dopo. Lo avvisarono e lui andò fuori di testa. Minacciò di mandarmi a casa, ma il Milan per me era casa. Cercai di convincerlo, per me era come un papà. Gli promisi che non lo avrei più fatto, lui per un po’ ha mantenuto la distanza poi mi ha perdonato. Galliani resta il migliore di tutti, manager competente e appassionato. Il Monza spiega esattamente ciò che sto dicendo. Sono cresciuto nel Milan, lì mi hanno fatto studiare, diventare un calciatore di successo. Lì sono diventato uomo».

    Altre Notizie