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  • Conte, sicuro abbia senso il corner corto? Col Napoli da horror e per l'Inter è un disastro: i numeri

    Conte, sicuro abbia senso il corner corto? Col Napoli da horror e per l'Inter è un disastro: i numeri

    • Emanuele Tramacere
    Nel corso delle ultime stagioni, o forse addirittura nell'ultimo quinquennio, nel mondo del calcio e di conseguenza in Serie A sta sempre più prendendo piede l'abitudine di sfruttare i calci d'angolo non più battendoli direttamente a centro area, bensì sfruttando una prima fase di passaggi corti al fine di arrivare al cross. Si chiamano corner corti e ne abbiamo avuto un esempio lampante nel corso della semifinale di Coppa Italia fra Napoli e Inter in cui proprio questo schema ha in realtà portato poi i nerazzurri a subire, in contropiede, il gol dell'1-1 che è costato la qualificazione alla finale. Un esempio lampante di come questo stile di battuta, che per molti allenatori è uno schema che genera vantaggio all'attacco, per altri in realtà non lo è e al contrario si rivela controproducente, come nel caso dell'Inter.

    L'ANALISI - Partendo dal gol subito dalla formazione allenata da Antonio Conte al San Paolo, abbiamo scelto di analizzare proprio il rendimento in zona gol dell'Inter sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Abbiamo preso come punto di riferimento l'ultimo triennio in cui Spalletti prima e Conte ora, hanno potuto lavorare per tutto l'arco di una stagione con la squadra. Ebbene i dati confermano come, per l'Inter, la strategia di battere i corner corti, non genera quasi mai alcun tipo di vantaggio.

    CORNER CORTO? NO GRAZIE - Partendo dall'attuale stagione il numero di gol segnato dall'Inter sugli sviluppi di un calcio d'angolo è di 2 in campionato e 3 in Coppa Italia di questi 2 (Bastoni contro il Lecce e Lukaku col Cagliari in Coppa Italia) arrivano da corner battuto corto. Nella stagione 2018/19 furono 4 i gol segnati da calcio d'angolo diretto (fra cui anche il famoso "l'ha ripresa Vecino" contro il Tottenham) contro 1 solo gol da calcio d'angolo corto (De Vrij contro il Milan). Il confronto si fa invece impietoso con la stagione 2017/18 quando il parziale si attesta su 7 gol segnati da corner battuto diretto contro gli zero da corner corto. Per un totale di 14 a 3 che diventano 19 a 4 se si considerano anche i gol arrivati sulla respinta della difesa dopo il corner.

    PENALIZZANTE - Numeri importanti che testimoniano come per l'Inter di oggi questa strategia non è vantaggiosa e, anzi, risulta essere penalizzante. Lo è perchè con i nuovi schemi di Antonio Conte spesso la squadra si ritrova a subire gol in contropiede da posizione di vantaggio come accaduto in stile horror contro il Napoli, ma lo è anche perché dopo aver costruito una squadra fisicamente importantissima e con forti colpitori di testa fra cui Lukaku, Bastoni, de Vrij, Skriniar, Vecino, Godin, Gagliardini, Ranocchia, il loro apporto in zona gol in queste situazioni è drasticamente ridotto. Nel 2017/18 due battitori come Cancelo e Brozovic permisero all'Inter di fare dei calci piazzati un punto di forza dominante. Oggi a Brozovic si è aggiunto Eriksen che proprio col Napoli ha certificato la sua pericolosità sui calcia piazzati. Vale davvero la pena insistere su un fondamentale che non genera vantaggi? La risposta è no.

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