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  • Costa Concordia: naufrago condannato a risarcire Fincantieri

    Costa Concordia: naufrago condannato a risarcire Fincantieri

    • Giacomo Spurio
      Giacomo Spurio
    La storia è quella di Ernesto Carusotti, uomo di 82 anni, il quale fu uno dei sopravvissuti di quella che resta una delle tragedie più discusse della storia della marineria italiana, il naufragio della Costa Concordia davanti all’isola del Giglio, nel gennaio 2012.

    L’uomo ha dichiarato di ricordare perfettamente ciò che successe quella sera, sostenendo di aver girato per due ore, al buio, sulla nave insieme a sua moglie. Egli ha inoltre rivelato di ricordare anche il numero 4, ovvero il numero del primo ponte raggiunto, ed il numero 12, quello della prima scialuppa di salvataggio. L’anziano ha anche raccontato gli attimi di paura successivi, con la nave che era già inclinata e dopo molte operazioni di messa in acqua non si riusciva a farla scendere perché sbatteva su un fianco.

    A tenere in banco in queste ore, però, sono le vicende successive al naufragio. Ernesto Carusotti, infatti, aveva citato in giudizio non solo Costa Crociere, ma anche l’azienda costruttrice della nave, la Fincantieri. Il suo scopo era quello di accertare tutte le responsabilità che avevano concorso a dare origine alla tragedia, comprese quelle relative ai malfunzionamenti della nave. Il tribunale di Genova ha riconosciuto al passeggero in questione un consistente risarcimento, disponendo però che a pagare fosse solo Costa Crociere

    Così Fincantieri ha presentato una richiesta di pignoramento nei confronti dell’uomo, condannato poi a corrispondere circa 14.000 euro di spese legali all’azienda. Dunque il Codacons, associazione a difesa dei consumatori alla quale il ricorrente si era rivolto, ha deciso di pagare una parte del risarcimento (4.000 euro) tramite monetine da un euro, recapitate con un trolley; l’uomo, intanto, ha dovuto sborsare 10mila euro di tasca propria.

    La questione giudiziaria è destinata a proseguire davanti alla Corte di appello.

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