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  • Gli oriundi, un bene per la Nazionale?

    Gli oriundi, un bene per la Nazionale?

    • Thomas Rolfi
    Che Paulo Dybala sia conteso dalle squadre di mezza Europa è ormai cosa nota. Un po' meno noto è il fatto che sia un gioiello ambito anche dalle nazionali. L'attaccante del Palermo, nato e cresciuto in Argentina, possiede infatti il doppio passaporto italo-polacco grazie all'origine dei propri nonni.

    DUELLO ITALIA-POLONIA - Oltre alla nazionale argentina, che non l'ha mai considerato, la Polonia, attraverso il presidente della Federcalcio Zibì Boniek si è già tirata fuori. L'ex giocatore della Juventus ha infatti dichiarato: "Dybala è bravissimo, ma non ci interessa, siamo una federazione seria e non naturalizziamo i giocatori degli altri. Puntiamo sui nostri giovani, gente che sa cantare l'inno". Ben diversa risposta ha invece dato il ct della Nazionale Antonio Conte che proprio ieri ha aperto alla possibile convocazione di Dybala con l'Italia, direttamente dal centro di allenamento del Palermo: "E' un ragazzo che ci interessa molto. Bisognerà capire se anche lui sarà interessato". Qualora Paulo accettasse la chiamata di Conte, sarebbe l'ennesimo oriundo (chi nasce all'estero ma per qualsiasi motivo ottiene il passaporto italiano) che indosserà la maglia della Nazionale. 

    La pratica dei giocatori stranieri naturalizzati ha un lungo trascorso storico nel nostro Paese, soprattutto negli anni '30 e '60, arrivando poi fino ai giorni nostri.

    TANTI SUCCESSI: DA 'MUMO' A CAMORANESI... -  Tra gli oriundi che hanno lasciato il segno con l'Italia non possiamo non nominare l'ex juventino Raimundo Orsi, attaccante originario di Avellaneda, in Argentina, protagonista con la Nazionale allenata da Pozzo del successo nei Mondiali del 1934 con cui proprio il 'Mumo', segnò una rete in finale. Orsi deterrebbe tutt'oggi il record di presenze di un naturalizzato con la maglia azzurra, se solo non ci fosse stato un altro argentino che ha militato nella Juventus ed è diventato Campione del Mondo con l'Italia: Mauro German Camoranesi (55 apparizioni). Oltre a loro due, riuscirono a vincere un Mondiale anche altri cinque naturalizzati protagonisti delle vittorie del bienno 1934-1938: Luis Monti (unico giocatore ad aver disputato due finali mondiali con due maglie diverse: 1930 con la Selecciòn e quella del 1934 vinta con l'Italia ), Miguel Angel Andriolo Frodello, conosciuto con un cognome più nostrano come Andreolo,  Anfilogino Guarisi, Attilio Demaria ed Enrique Guaita.

    ...MA ANCHE FALLIMENTI ECCELLENTI E METEORE: DA ALTAFINI A SCHELOTTO - La storia degli oriundi in Nazionale però, non è costellata unicamente da successi. Sono numerosi gli esempi di giocatori, alcuni degli autentici campioni, che non si sono dimostrati all'altezza della maglia azzurra. Esempio lampante di questo secondo filone è Josè Altafini, attaccante formidabile di Milan, Napoli e Juventus. La punta di origini brasiliane, già campione del Mondo con la nazionale brasiliana nel Mondiale del 1958, dopo aver conseguito il passaporto italiano del 1961, esordisce con un gol contro Isreale e partecipa al Campionato del Mondo del 1962 in Cile. L'Italia tuttavia, viene eliminata e l'italo-brasiliano viene additato come il principale responsabile di questa debacle azzurra. Altafini, autore di 5 gol in 6 presenze, non verrà più chiamato in Nazionale, pur avendo all'epoca 24 anni. L'anno successivo, con una sua doppietta, alzerà al cielo di Wembley la prima Coppa dei Campioni della storia rossonera. Stessa sorte toccò a un compagno rossonero, l'italo-brasiliano Angelo Benedicto Sormani. Oltre a loro ci sono stati altri giocatori che hanno reso meno del loro valore reale una volta indossata la maglia azzurra. Ricordiamo molti giocatori con poche presenze come l'italo-uruguaiano Juan Alberto Schiaffino (campione del Mondo con l'Uruguay e protagonista con un gol del famoso 'Maracanazo'), Amauri (una sola presenza nella prima amichevole disputata dall'Italia con Prandelli), Ezequiel Schelotto e Cristian Ledesma.

    I PIU' RECENTI E CHI PER IL FUTURO - Ai Mondiali brasiliani del 2014 Cesare Prandelli ha portato due oriundi: l'italo-brasiliano del Paris Saint-Germain Thiago Motta (23 presenze con l'Italia) e il neo-naturalizzato Gabriel Paletta del Parma. I risultati sono stati piuttosto scarsi. E per il futuro? Antonio Conte, con l'uscita già citata ieri su Dybala, ha spalancato le porte della Nazionale ai naturalizzati, ma l'attaccante del Palermo non è l'unico tra i papabili. Prima di Brasile 2014 il terzino italo-brasiliano dell'Inter Jonathan si era offerto alla Nazionale, ma Prandelli non ha mai accolto il suo invito. Romulo, laterale passato in estate alla Juventus, invece, avrebbe fatto parte della spedizione azzurra in Sudamerica se solo non si fosse infortunato. Altri giocatori che potrebbero essere convocati in futuro in Nazionale sono invece Jorginho e Avelar. Il centrocampista brasiliano del Napoli, dal 20 dicembre potrà essere chiamato da Conte e due anni fa ha esordito con la maglia dell'Under 21 azzurra. Il difensore del Cagliari, invece, possiede da qualche anno il passaporto italiano ed è quindi convocabile a tutti gli effetti, non avendo mai disputato una partita con la propria nazione di origine, il Brasile.

    Oriundo sì o oriundo no? Ai posteri l'ardua sentenza.

     

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