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  • Ajax e Lione insegnano: Ronaldo contro tutti non basta, con il Porto serve la vera Juve

    Ajax e Lione insegnano: Ronaldo contro tutti non basta, con il Porto serve la vera Juve

    • Nicola Balice
    È ora. Che la Juve faccia la Juve. Anche in Europa. Proprio quello che non è riuscita a fare nelle ultime stagioni. Da quando è arrivato Cristiano Ronaldo, quella stessa squadra che con Max Allegri era riuscita a consolidare una mentalità europea di primo livello, poi si è smarrita. Non sono mancati gli alibi, da leggere in tutti quegli infortuni che hanno portato la Juve sembra malconcia alla meta. Ma da quando c'è Ronaldo, anche con il vantaggio di un sorteggio sempre positivo, è come se tutta la Juve si fosse persa nella speranza che potesse bastare CR7. Non è stato così. E forse non sarà così nemmeno stavolta. Contro l'Atletico Madrid l'eliminazione è stata evitata grazie a una clamorosa remuntada figlia della tripletta di Ronaldo, poi contro il giovane Ajax è arrivata una incredibile eliminazione nonostante un gol a partita del fuoriclasse portoghese. Saltato Allegri, l'era Sarri si è poi conclusa dopo l'eliminazione agli ottavi con il Lione: flop in Francia, vana rimonta ad agosto con altri due gol di Ronaldo, inutili. 

    COL PORTO - E ora ci risiamo: al Do Dragao la Juve ha deluso, però è almeno arrivata una nuova firma nella fase a eliminazione diretta, quella di Federico Chiesa, a tenere vivo il discorso qualificazione. Che andrà ottenuta, senza se e senza ma. Con i gol di Ronaldo, imporrebbe il copione originale. Ma con la missione di dimostrare almeno una volta di non doversi ridurre a avere bisogno delle reti del fuoriclasse portoghese pur di riuscire ad avere la meglio del Porto. O per meglio dire, questa volta la Juve ha l'obbligo non solo di passare il turno. Ma di dimostrare che almeno contro una squadra di basso livello per quel che sono le fasi finali di Champions, non debba avere bisogno che Ronaldo si metta in proprio e faccia tutto da solo. Anche perché uno contro tutti, può vincere una partita o due, non una competizione. E ogni volta che si è ritrovato a dover fare tutto da solo, costretto da una Juve non all'altezza a fargli credere di dover fare tutto da solo, poi è arrivata l'eliminazione. Anche contro delle piccole d'Europa, o delle squadre normali, sicuramente quelle che erano riuscite a rendere il sorteggio sulla carta il migliore possibile: Ajax con Allegri, Lione con Sarri, ora Porto con Pirlo. Che deve però cambiare il finale.

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