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  • Empolimania: con l'Inter prestazione eroica, grazie di tutto Mancuso

    Empolimania: con l'Inter prestazione eroica, grazie di tutto Mancuso

    • Carlo Alberto Pazienza
    Eroica. È forse l'unico aggettivo non ancora utilizzato, ma anche l’ultimo rimasto a disposizione per descrivere questa squadra. Sì che perchè la prova offerta dagli azzurri a San Siro contro l’Inter, nel match valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia, è stata eroica. Eroica ma non sorprendente: già, perché se una squadra nel corso della stessa stagione supera Juventus, Napoli, Fiorentina e pareggia con la Lazio, evidentemente non è un caso se riesce a mettere in serie difficoltà anche i campioni d’Italia in carica. L’inizio non è stato dei migliori, forse anche per i troppi cambi operati a centrocampo da Andreazzoli, che giustamente doveva preservare le forze in vista del campionato. Gli azzurri però, come spesso hanno saputo fare in questa stagione, sono venuti fuori alla distanza, nella ripresa: un po’ perchè l’Inter forse pensava già di aver chiuso la pratica, un po’ perchè Andreazzoli ha fiutato la situazione ed ha inserito in un colpo solo Ricci, Bajrami ed Henderson. Come di consueto gli azzurri hanno cominciato ad attaccare e pressare l’Inter nella propria metà campo, concedendo ovviamente qualcosa in fase di ripartenza ma costruendo diverse palle gol. Due di queste sono state trasformate con cinismo e un pizzico di fortuna da Bajrami e Cutrone. Sul 2-1 e con una decina di minuti da giocare, l’Empoli non ha pensato a difendersi: è andata vicino a costruirsi la palla gol del 3-1 con un paio di ripartenze non sfruttate benissimo, lasciando dunque lo spazio all’Inter, in modalità assedio, di avvicinarsi pericolosamente all’area azzurra. 

    Qui si potrebbe aprire un capitolo filosofico su come interpretare queste situazioni, magari provando a difendere il risultato piuttosto che cercare di arrotondarlo. E come valutazione ci starebbe anche, ma l'Empoli di Andreazzoli non è così e questo è lo stesso atteggiamento che la squadra ha avuto per esempio contro la Fiorentina e contro la Lazio, dopo aver segnato qualche minuto prima già un’altra rete. L’Inter alla fine il 2-2 l’ha trovato con una vera magia arrivata però dall’uomo che non ti aspetti, Ranocchia, autore di un’acrobazia da album Panini. Ai supplementari il canovaccio è stato più o meno il solito, con i nerazzurri in grado di inserire Sensi, già con le valigie in mano, mentre Andreazzoli sia trovato costretto a buttare nella mischia il 2003 Fazzini, che assolutamente non ha sfigurato, al posto di un esausto Asllani (2002 e ne sentiremo parlare). Ed è stato proprio Sensi a risolvere la gara con un gol da campione, un’azione nata da un brutto disimpegno di Romagnoli che lì, filosofia di gioco a parte, una bella spazzata stile oratorio poteva pure provare a farla. Insomma, alla fine tutti contenti: gli azzurri che escono a testa alta e si regalano un’altra serata sotto i riflettori in un tempio del calcio italiano; l’Inter che, seppur con molta sofferenza passa il turno; e Mediaset, che non perde una big per il prosieguo della Coppa Italia e può concentrare sui tesserati nerazzurri tutte le attenzioni del post partita, visto che per le interviste non è stato considerato nessun calciatore o dirigente azzurro, né è stato considerato il fallo netto su Bandinelli che sul punteggio di 0-0 avrebbe potuto consegnare un calcio di rigore agli azzurri. Chiudo questo intervento con un saluto a Mancuso, che nelle prossime ore firmerà il suo nuovo contratto col Monza e dice addio a Empoli dopo 41 gol in 91 partite. Quest’anno ha avuto poco spazio e non ha avuto modo di dimostrare di essere tagliato per la massima categoria, ma resterà sempre nel cuore dei tifosi azzurri per essere stato il trascinatore di un’altra promozione e l’autore del gol che è valsa la prima storica vittoria in trasferta  sulla Juventus

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