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  • Fiorentina, Cucci rimanda i viola: 'Squadra ancora immatura. Commisso deve capire che il calcio in Italiano non è come egli Usa'

    Fiorentina, Cucci rimanda i viola: 'Squadra ancora immatura. Commisso deve capire che il calcio in Italiano non è come egli Usa'

    Questo pomeriggio il giornalista ed opinionista sportivo Italo Cucci, durante un collegamento radiofonico con Radio Toscana, ha voluto far il punto della situazione in casa viola a poche ore dalla partita contro il Basaksheir, oltre che un’analisi dei primi anni di Rocco Commisso alla Fiorentina. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:
     
    “Domenica scorsa a Bologna ho visto una mancanza di partecipazione nei giocatori della Fiorentina: non ho visto dedizione, nessuno che ha messo il cuore in campo. Per il momento la squadra di Italiano mi sembra una squadra incompiuta. Stimo molto il techico ma il fatto che continui a cambiare formazione ogni partita mi fa pensare, senza trovare la soluzione giusta che possa portare ai risultati sperati. Sono che convinto che i giocatori poi sia già a pezzi perché il campionato, e di conseguenza il ritiro estivo, è iniziato troppo presto: l’influenza del fattore climatico è devastante. Non dimenticate che tra qualche mese si giocherà anche il Mondiale, una competizione che per ora sta indirizzando molte scelte dei giocatori: che ci devono andare e quelli che vogliono provare ad andare finiscono per tirare il c*** indietro quando invece dovrebbero dare il loro massimo in campo”.
     
    Il giornalista ha poi parlato di Commisso: “Il presidente tutto sommato mi piace, è un po’ naïf ma quando uno si arrabbia come fa lui è perché, oltre a tanti soldi, ci mette anche della passione. Non credo che a Firenze abbia trovato il modo di fare speculazione di chissà quale genere. Sembra però che i migliori giocatori viola se ne debbano sempre andare alla Juventus, anche se adesso vediamo che Vlahovic aveva un certo valore ma limitato, forse, ad un certo tipo di esperienza: a Torino per ora non sta facendo niente di importante. Si tratta solo di poter lavorare bene, e credo che sia circondato da gente che una mano gliela dà, anche se a livello di gestione è ancora immatura. Deve capire che non si trova in America ma nel mondo come quello del calcio, che è del tutto particolare in cui anche gli imprenditori più acuti ci lasciano la pelle. Piedi per terra. Quando parlo di presidenti io ricordo sempre con piacere il grande presidente Baglini, il quale non era un ipermiliardario ma sapeva svolgere il suo ruolo nel modo migliore. La sua ricetta era molto cervelo e pochi soldi”.
     

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